Ho già scritto in questo blog che una delle canzoni che preferisco è "These Are The Days Of Our Lives" per il testo, per la musica, per il videoclip. Freddie canta e la sua dolcezza nello sguardo quando dice "Those days are all gone now but one thingh's still true/ When I look and I find, I still love you/ I still love you" rivolgendosi a tutti coloro che lo ascoltano è il messaggio di addio più bello e consapevole che possa esserci. Facendo il conto del tempo che è stato, di tutto il vissuto, della fama, quei giorni sono trascorsi, ma la cosa vera che rimane è l'amore. Buon compleanno al piccolo grande uomo che ha illuminato i cuori e la Terra passando di qua.
conoscenza come concretezza e percorso, per nutrire la mente e favorire libero pensiero per la ricerca della consapevolezza, più semplicemente, rendersi conto di ciò che ci circonda ed usarlo come specchio per conoscere meglio se stessi
martedì 6 settembre 2011
Freddie Mercury. L'apparente confine tra mito e uomo
Alcune delle cose migliori che talvolta accadono nella vita nascono per caso e quando non te lo aspetti. Frequentavo il liceo e una compagna di classe aveva una musicassetta con la colonna sonora del film "Highlander" composta dai Queen. L'album in questione era "A Kind Of Magic". Mi intrigavano l'illustrazione e il titolo dell'album, non conoscevo nulla della musica dei Queen. Lo ascoltai, senza neppure avere visto il film con C.Lambert. Fu amore a prima vista, o meglio, a primo ascolto. Ho sempre avuto uno strano rapporto con la musica, non convenzionale, nel senso che mentre ascolto una canzone separo mentalmente la voce dalla musica e dal ritmo. Ascolto separatamente anche il significato del testo. Riesco a unire tutto insieme solo se ogni singola parte di ciò che sto ascoltando mi conquista totalmente. I Queen mi conquistarono totalmente e negli anni successivi aspettavo nuove canzoni con la trepidante attesa di colui che desidera qualcosa di vitale. Ma è la voce di Freddie Mercury quella che ha segnato anni della mia vita. Ho ascoltato fino a consumarmi le orecchie e, mentre ascoltavo la sua ineguagliabile voce, ho imparato anche ad ascoltare me stessa, perché l'impatto del suo timbro sulle corde della mia anima mi ha evidenziato una vasta gamma di emozioni e ogni volta che ne veniva su una, e mi confrontavo con la mia realtà quotidiana, imparavo a sentire le cose in un modo del tutto speciale. Quando dettero notizia della sua morte sentii, assurdamente, ancora più prepotentemente la sua presenza che in realtà era venuta a mancare. Di lui rimanevano il mito e la voce, la sua musica per i milioni di fans in tutto il mondo, mentre le cose che pensava come uomo e tutto il suo vissuto, le sue memorie, rimanevano custodite nei cuori degli amici, dei colleghi, di chi lo amava ed era rimasto con lui fino alla fine. Quando era in vita sognavo di poterlo, un giorno, incontrare; normale amministrazione per un ammiratore, un sogno assai comune. Dopo avrei voluto parlare con qualcuno che gli era stato vicino per conoscere anche il lato dell'uomo, non solo la facciata del mito. Ho sempre pensato che anche le persone più famose sono pur sempre esseri umani, non mi è mai riuscito vedere la differenza, ho solo visto un mestiere che porta fama, nulla di più. Qualcuno pensa che le conseguenze di diventare una star mondiale siano la comparsa di una specie di soglia tra l'uomo e il mito, ma tutto questo è un'apparenza mentale determinata dal fatto che la moltitudine non può entrare nella casa del mito né è possibile rapportarsi con ciascuno a tu per tu. Da questa reale impossibilità nasce il confine che, comunque, rimane paradossalmente reale e apparente. Se nei cuori di ciascuno si conserva il pensiero che l'uomo rimane tale sia sul palcoscenico sia a casa sua, mentre si prende cura delle cose a lui care, il confine decade per lasciare il posto alla consapevolezza che colui che definiamo mito è solo un essere umano e la sua reale grandezza rimane il suo cuore insieme al suo talento. Non sono mai riuscita a strapparmi i capelli ad un concerto o a gridare fino a perdere la voce o a svenire per l'emozione, ma questa sono io, e nonostante non riesca a manifestarmi come fan scatenata, dentro, la mia anima canta assieme alle note prodotte e create da questo uomo che tanto di sé ha dato al suo pubblico. Lui amava chi lo ascoltava tanto da rinunciare a modificare la sua famosa dentatura perché non voleva modificare la sua voce. Qualcuno potrebbe leggerci una scelta interessata, io credo che abbia fatto un dono davvero speciale a tutti, rinunciando all'apparenza di un volto forse più fotogenico, che in realtà è sempre stato bellissimo per se stesso. Lui era Freddie Mercury, figlio, fratello, zio, amico e compagno. E nel suo cuore, sono sicura, c'era una luce incredibile che si sapeva fondere alle note delle canzoni che scriveva, che prendeva vita attraverso la sua voce per arrivare a tutti noi, per donarci momenti di splendore, per rammentare all'inconscio il ritmo della vita vissuta pienamente che solo l'unione sapiente tra il rock e la melodia sa suggerire, secondo me, fusi nella potenza della sua estensione vocale.
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