domenica 1 luglio 2012

Quando vuoi cogliere un fiore

Qualche giorno fa sono stata in campagna e in mezzo al verde, sulle pendici della collina, c'erano tantissime ginestre fiorite e profumate. Un guizzo veloce del pensiero mi ha fatto desiderare di cogliere qualche ramo fiorito per portarlo con me a casa in città. Poi mi sono soffermata a pensare che sarebbe stato bello solo per me. Spesso capita di agire così, pensando solo a ciò che è bello per noi, dimenticando che ogni azione che non coinvolge solo noi stessi ha delle implicazioni che il più delle volte non riusciamo a vedere o sentire. Quando hai in mano quel fiore che volevi perché bello, colorato, profumato, che ti mette gioia, tu hai qualcosa ma la pianta dalla quale lo hai colto non lo ha più con sé. I fiori sono ciò che permette alla pianta di continuare a riprodursi, non sono solo qualcosa di piacevole da vedere, pronto per l'essere umano che passa di là. Quello che mi ha fatto pensare è stato il mio stesso non pensare. E come sia incredibilmente facile mettere da parte i buoni propositi quando ci si entusiasma per qualcosa, quando si innesca il volere qualcosa. A volte avere ciò che si desidera è possibile e non danneggia nulla e nessuno ma qualche altra volta non è così. E questo vale anche per altre cose della vita, non solo per i fiori. E' l'atteggiamento che è universale, al di là del dove lo applichiamo. E' il prendere senza dare in cambio. E' fare il proprio interesse senza curarsi delle conseguenze. E' pensare solo a noi stessi senza mettere in conto di pensare contemporaneamente anche a ciò su cui interveniamo. Tutto questo non è forse la descrizione di ciò che accade spesso nella vita quotidiana? E se voler cogliere un fiore ne rappresentasse lo specchio non avremmo forse una risposta in più alle varie domande di chi ricerca saggezza?

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