domenica 1 luglio 2012

Dimenticare o ricordare?

L'atto più facile è rispondere che si ricordano le cose belle, è naturale che sia così, e che si dimentica con altrettanta naturalezza qualsiasi cosa brutta o che ci fa stare male. Questo se non si insiste sui pensieri che accompagnano i sentimenti che proviamo. E' altrettanto vero che spesso si riesce a dimenticare qualcosa di positivo magari perché lo si dà per scontato o che si ricordi ciò che fa stare male proprio perché non riteniamo giusto farlo scivolare via. Ma la domanda vera, quella che impone di riflettere bene per riuscire ad intendere la risposta, si presenta quando l'evento che ci coinvolge non è di natura superficiale. Tali eventi sono quasi sempre sconvolgenti perché sanno rivoltarci senza che ci sia possibile controllarli. E quasi mai sono cose belle. Il dolore che proviamo profondamente per una ferita nel cuore, qualsiasi sia il punto di origine del dardo scoccato che ci ha raggiunti, può richiedere di fare questa domanda, soprattutto se la mente rimane sveglia quando il cuore è ferito. Una mente sveglia in questo caso non significa brillante ma solo attiva e stimolata a tale attività dal turbinio dei sentimenti che si provano. Non è facile placare una mente che risuona del dolore provato da tutto il resto del nostro essere. Penso ai sensi di colpa che vengono a galla, a ragione o insensatamente, quando qualcuno non è più con noi. I sensi di colpa permangono con maggiore facilità in coloro che usano molto la mente perché nel continuo ripassare l'evento alla ricerca di un perché che plachi il tutto ancora sconvolto, la radice del sentirsi in qualche modo responsabili scende in profondità. Ecco che dimenticare potrebbe salvare dall'impazzire dal dolore e per qualcuno è la scelta migliore. Magari questo stratagemma cosciente o inconscio che sia placa finché non si ristabilisce l'equilibrio che permette di gestire il ricordo dell'accaduto. Attuabile se si ha cura di evitare tutti quei piccoli promemoria che si potrebbero incontrare lungo il cammino scelto. Ecco perché c'è chi sceglie di cambiare vita anche spostandosi in qualche altro luogo. Si fa per prendere le distanze dal punto dolente, talvolta dimenticando che la ferita ce la portiamo dentro. E se si è consapevoli di questo fatto spostarsi perde i suoi colori di nuova libertà per assumere l'aspetto di ciò che è in realtà, solo una fuga, utile forse, ma pur sempre una fuga. A chi vede questo non basta dimenticare, serve qualcosa di più, serve trovare l'equilibrio mentre si cammina nel dolore. C'è brutalità in questo abito di consapevolezza ma se non si riesce a chiudere gli occhi, se non si riesce a far scivolare via tutto con facilità, allora ricordare è l'unica scelta. Parlo di scelta comunque, anche se sembra un passaggio obbligato dall'incapacità di fare il contrario, cioè dimenticare in qualche modo, perché rimanere svegli pur nel dolore fornisce abbastanza energia al potere decisionale. La mente attiva e ragionante si muove incessantemente alla ricerca di quegli appigli necessari per recuperare la posizione di stabilità dell'animo sconvolto. Però più vedi più è difficile trovare tali appigli perché i collegamenti che rimandano al ricordo sono innumerevoli. Non è un percorso facile scegliere di ricordare perché comunque, come in ogni cosa, non è tutto male o tutto bene, dal momento che ci saranno sempre dei particolari da salvare in mezzo alle cose brutte o particolari da dimenticare in mezzo alle cose belle. Immagino le risate di qualcuno più pragmatico che leggendo questo potrebbe dire che sono un mucchio di cavolate per filosofi e che le cose si possono ben risolvere da sé, basta lasciarle scorrere senza badarci troppo. Vero anche questo ma non essendo tutti uguali qualcuno che si interroga potrebbe esserci. Se dimenticare è la strada intuitivamente più facile da imboccare, ricordare insegna a confrontarsi costantemente con ciò che si prova, insegna a rivedere i propri punti di vista per valutare, ogni volta che se ne presenta l'occasione, la loro validità relativamente al nostro passo nella vita. Pur tuttavia ricordare come dimenticare è solo uno dei possibili percorsi da scegliere e quello che preferiamo dipende da cosa vogliamo ottenere e l'uno o l'altro ci raccontano chi siamo. Se è più importante stare bene in assoluto allora la scelta migliore, al cospetto di un dolore è tentare di dimenticare, ma se è più importante amare ogni cosa vissuta, per tutto ciò che insegna o ha insegnato nonostante tutto, allora ricordare è la strada più adatta anche se fa dannare ad ogni passo.

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