sabato 7 settembre 2013

Dare le perle ai porci

E' un modo di dire; lo si usa quando si vuole esprimere il concetto che qualcuno non apprezza ciò che gli viene offerto. Il porco non lo fa apposta, lui non comprende il valore, non sa riconoscere la bellezza che noi attribuiamo alle perle, non sa cosa siano le perle: il porco cerca solo il cibo per sopravvivere. Noi abbiamo gettato le perle nel suo trogolo pensando che cose tanto preziose siano capaci si sfamarlo nel modo corretto, magari perché in un certo senso sfamano la nostra mente con il valore che attribuiamo loro. Per noi le perle sono doni preziosi ma il porco continua a cercare il cibo. Non vede le stesse cose che vediamo noi. Questo accade spesso anche tra esseri umani quando diamo agli altri qualcosa di noi con tutto ciò che siamo o con tutto il nostro cuore mentre chi dovrebbe ricevere il nostro "dono" si comporta in modo tale da non apprezzare minimamente. La stessa indifferenza del porco verso le perle possiamo provarla sulla nostra pelle quando amiamo qualcuno che non tiene a noi nello stesso modo in cui noi teniamo alla persona in questione, anzi non ci tiene affatto. Viaggiare su differenti binari di pensiero o di desideri personali può far incontrare anche questo tipo di situazione nella vita. E solitamente non siamo noi a renderci conto di stare dando perle ai porci, come si dice dunque, bensì sono gli altri che ce lo fanno notare. Noi crediamo in quello che facciamo e in ciò che proviamo. Ci siamo dentro e molto probabilmente siamo esattamente dentro al trogolo del porco in qualità di perle noi stessi. Se si verifica questo, quasi mai ci rendiamo conto di essere perle, noi ci sentiamo come normalmente ci si sente quando amiamo. Siamo noi stessi senza badare troppo a vantarci dei nostri pregi. Ma può accadere anche che si dica di conoscere bene il proprio valore in modo da autodefinirci perle e, in questo caso, non riconosceremo mai il porco come tale. Sono sempre gli altri, coloro che osservano dall'esterno, a vedere e definire la situazione.
Fosse poi anche il caso che il porco, invece di scansare le perle, se le mangiasse, purtroppo dovremmo concludere che, sapendo che le perle non sono un cibo nutriente e digeribile, il porco non ne ricaverà granché. Ecco dunque il ritratto crudo dell'assenza di speranza che sia possibile ricavare qualcosa di positivo dal dare le perle ai porci. Semplice, lineare, asciutto pensiero. Eppure, in qualche angolino della mia fantasia, mi piacerebbe pensare che l'evoluzione dei porci potesse passare attraverso il cibarsi di perle, tutte le perle che sono state date loro, lanciate da lontano o messe lentamente nella mangiatoia, offerte a mano aperta avvicinandosi con amore, o lasciate lì di notte mentre i porci dormono. Sarebbe bello pensare che nonostante tutto, da qualche parte, pur venendo considerato impossibile, ci sia sempre una possibilità per imparare a comprendersi veramente, per trasformare i cuori induriti dall'abitudine a considerarsi inadatti alle perle in cuori capaci di usarle per vivere. RBBetween

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