martedì 27 dicembre 2011

Rinunciare a qualcosa come atto d'amore

Rinunciare è l'atto di separarsi da qualcosa che si ha già, o che si potrebbe avere, per un qualche motivo. Vale per le cose materiali ma anche per quelle di natura più astratta. Quando si usa questo verbo, il pensiero in cui siamo immersi e la decisione che stiamo per prendere, non sono di facile gestione. Una qualsiasi rinuncia, qualunque sia la sua entità, ci mette di fronte ad una riflessione e ad una scelta. Ogni cosa che già fa parte di noi o ci appartiene, fosse anche un'abitudine, ha radici dentro di noi e rimuovere queste radici non è indolore a meno che non entri in gioco l'amore. Non fraintendetemi, l'amore non è un anestetico, è più un elemento capace di trasformare le cose in modo profondo e duraturo. Questa riflessione sul significato di compiere una rinuncia come atto d'amore è nata dall'aver visto una madre con una sigaretta in mano e, a poca distanza, il figlio. Magari essendo all'aperto non è cosa grave né dannosa; magari era la sua unica sigaretta della giornata; magari l'avrebbe spenta subito dopo una tirata, non lo so ma so che se anche fosse stato vero uno di questi "magari" per lei, da qualche parte potrebbe non essere lo stesso per qualcun altro. Ed è solo un esempio. Una madre con un figlio piccolo, per il quale tutti i tessuti del corpo sono in costante divenire e devono ricevere nutrimento sano per crescere altrettanto sani, come può non riflettere sul veleno che gli fa respirare? L'ossigeno, quel poco che rimane tra una molecola inquinante e l'altra, nutre i tessuti e le cellule di cui siamo composti, noi respiriamo perché facciamo respirare la nostra materia, come possiamo dimenticare o ignorare questa realtà di fatto? E una madre, come può dimenticare di mettere avanti a tutto suo figlio, senza pensare, anche per un solo istante, di usare il cuore e ciò che c'è in esso per smettere di avvelenare, oltre che se stessa, anche il suo bambino? Rinunciare a qualcosa che è radicato in noi come un vizio, in questo caso, richiede oltre alla partecipazione spontanea del cuore un atto consapevole di volontà per vincere la forza che talvolta ci lega al gusto per il proprio piacere, forza capace, questa, di non far vedere le reali necessità altrui.
Un atto d'amore è la dimostrazione tangibile di quello che abbiamo nel cuore, che nasce in esso come scintilla e prende forma attraverso il pensiero fino all'azione. Tutta la dolcezza e il calore che prendono vita nel cuore e si manifestano attraverso una rinuncia anche importante, poiché tale è come giudichiamo ciò che ci apparteneva prima della rinuncia, sono altrettanta fonte di benessere per chi riceve questo speciale tipo di dono. Se la volontà di rinuncia, di qualsiasi tipo essa sia, nasce all'interno del proprio cuore, perde la sua definizione di rinuncia ai nostri stessi occhi, dal momento che non vedremo più con quelli del ragionamento bensì attraverso quelli del cuore, che sono gli stessi della comprensione profonda. Rimarrà la definizione di rinuncia solo per l'osservatore esterno, se non comprende e giudica, altrimenti anch'egli saprà che si è trattato solo di un atto d'amore.

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