venerdì 21 settembre 2012

Lettera (o quasi) al futuro

Quello che segue è un pezzo scritto il mese scorso. Il tema era "lettera al futuro" e mi era stato chiesto da un'amica. Questa sera, nel momento in cui sto postando questo mio scritto, questa lettera, assieme ad altre verrà letta in teatro.


Il Futuro mi sfugge perché sono sempre stata fedele al Presente. Lui lo sa così, anche nei rari momenti in cui lo penso, si nasconde abilmente chissà dove. Se lo cerco in me so che dovrei guardare il qui e adesso perché queste sono le sue radici eppure, ugualmente, lo trovo indefinito e indefinibile. E forse so anche il perché, ma non mi piace ammetterlo. Sono state l'abitudine al Presente e una discreta propensione per il Passato a lasciarmi qui indaffarata a sbrigare il quotidiano. Forse non sogno abbastanza, o non lo desidero così intensamente, così lui si sente trascurato e, di conseguenza, autorizzato a sfuggirmi, magari solo per burla. Non abbiamo mai parlato troppo noi due, io e il Futuro. Non ci siamo mai mescolati con brio, gioia e speranza per un domani possibile tranne, forse, quell'unica volta nella quale ho sentito il cuore battere più forte in presenza dell'amore. Soltanto lì, limitatamente a quell'istantanea parentesi poi rotta, ho desiderato che il seme del calore che sentivo dentro al cuore si sviluppasse per trasformarsi in un albero immenso e meraviglioso. Volevo stare a vedere come sarebbe cresciuto ogni ramo, volevo vedere che tipo di foglie avrebbe mostrato e che fiori e frutti avrebbe prodotto. Solo lì ho incontrato la soglia del futuro. Non fraintendetemi, non l'ho vista, l'ho solo sognata con quella forza speciale che mi era nata dentro, frutto delle sensazioni che stavo provando. E il Futuro sa che basta anche la vibrazione di una sola corda del cuore per accenderlo. E' l'innesco di un sogno che vorrebbe scendere nella realtà...
Eppure, nonostante l'eventuale assenza di questa forza rigenerante quale è l'amore, il Futuro è qui, nel presente, ed aspetta soltanto di smettere di essere trasparente, per accomodarsi entro le linee che lo definiranno.
Il mio futuro... Passano i giorni e mi dimentico che ne ho comunque uno. Che non mi precede ma mi segue. Paradossale sensazione... Se poi mi convinco a fargli spazio nella mia vita, ecco che mi ritrovo inconsciamente ad averne paura. Mi sembra di dover stare per forza accanto ad uno sconosciuto e questa cosa mi infastidisce. Così, di riflesso, mi scanso e non lo guardo negli occhi per timore che si offenda. Se scavo un po' vedo che preferisco il Presente o il Passato perché mi concedono la sicurezza di non avere sorprese. Si tratta di una comodità della quale ho necessità per compensare la perdita d'amore da un'antica ferita. Sciocca romanticheria l'amore? Eppure, se non ci fosse questa luminescenza interiore, qualcosa si appiattirebbe e so che il Futuro spiccherebbe il volo con maggiore difficoltà. Le sue ali tendono ad appesantirsi a contatto con il solo interesse senza un palpito di cuore. E lui, il mio Futuro conosce il numero esatto dei palpiti che sono stati. Li ha ascoltati, come sta ascoltando ciò che vi racconto adesso, invece di parlare direttamente con lui...

Scusami Futuro, so che dovrei sorridere e fare finta di non soffrire quando accade che un fiotto di tristezza fuoriesce ancora da quella vecchia ferita, ma il cammino è lento e tutta l'energia mi serve qui nel presente, per non barcollare sotto il peso dei sogni infranti o svaniti. So che hai pazienza e mi aspetti seguendomi da vicino con questo tuo particolarissimo modo di fare e so anche che mi concedi di essere totalmente assorta nei miei ricordi preferiti quando paura e tristezza si fanno un po' più fitte. Nei ricordi belli e in tutti quei momenti sognati dove si ripone la speranza che le cose vadano bene c'è così tanto calore... Ti guardo e vedo che ti lasci trascurare perché anche tu ami, ami coloro ai quali appartieni e li perdoni anche se non ti nutrono costantemente con le loro speranze, con la parte viva di ogni cuore umano. Così, lasciati dire che, anche se non ti conosco, sapendo che mi vuoi bene, ho meno paura di confrontarmi con te. Posso provare a tendere una mano nell'ignoto concedendomi non solo la speranza ma il profondo desiderio che le sorprese che ancora mi riservi siano tanto belle da compensare quelle dolorose del passato. Io ti verrò incontro, quando potrò, con la fiducia che sarà così, pur nella consapevolezza che ci saranno magari ancora nuvole sul sole, ma anche che, se ci sarà cuore in ciò che farò e sarò, riuscirò a cavarmela nonostante tutto. 

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