giovedì 13 settembre 2012

Persone che non accettano di essere amate e persone che amano troppo

Mi viene in mente il detto "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane" nel caso in cui la storia dell'incontro tra chi ama troppo e chi non accetta di essere amato si ripeta. C'è qualcosa che non si incastra anche se tutto vorrebbe far credere che da tale incontro possa nascere una nuova visione per entrambe le parti o che, mescolandosi, si possa fare in modo che queste due anime guariscano dai loro "eccessi" ascoltando il cuore per quello che è e per ciò che permette di fare. Un no che stempera un sì e un sì che stempera un no. Molti sono i motivi per i quali non si accetta di essere amati anche se lo si vorrebbe in fondo. Dipende da quello che pensiamo di noi stessi, giù nel profondo. Potremmo non sentirci pronti ad essere lambiti dall'onda di dolcezza che l'amore porta con sé o potremmo sentirne il peso specialmente se tale onda non fosse la carezza di un mare calmo ma fosse come un'onda alta diversi metri. E chi ama troppo manifestando i propri sentimenti con enfasi si ritrova a provocare tale tipo di onda che spaventa. La forza e l'impeto del mare grosso non mettono a proprio agio neppure uno scoglio provato da migliaia di altre mareggiate. La logica suggerirebbe anche che chi non accetta di essere amato è così perché principalmente non riesce a fare pace con se stesso. Il tormento interiore rende scoglio più che mare dal punto di vista della consistenza. Chi ama troppo permette a se stesso di cedere al piacere di amare, lasciandogli  prendere il sopravvento, così il mare si forma in pochi istanti e basta un solo battito del cuore che pulsa di sentimento a creare l'onda che a quel punto non può esimersi dal dirigersi verso la terra, spiaggia o scogli che siano. Chi non accetta di essere amato magari non accetta che l'amore che gli viene dimostrato sia così concentrato. Servirebbero piccole dosi e un po' di pazienza per procedere con un passo che abbia un ritmo possibile e che permetta di scoprire a poco a poco com'è fatto questo amore che viene offerto. Chi ama troppo raramente possiede questa facoltà di misurare ciò che sente di avere dentro al proprio cuore in una unità di misura che sia più piccola del quintale. E la goffaggine è ben presente. A chi non accetta di essere amato non mancano i recipienti per accogliere l'amore solo che spesso sono nascosti e non vengono mostrati a chiunque passi di là o a chi apra bocca confessando ciò che prova. Chi ama troppo, altrettanto spesso, cerca e fruga per trovare tali recipienti dove riversare il sentimento provato perché la quantità determina l'urgenza. A chi non accetta di essere amato non piace sentirsi in obbligo di ricambiare l'amore che gli viene dato specialmente se si sente sotto pressione. Chi ama troppo in virtù della sua mastodontica mole d'amore sicuramente opprimerà chi ama se non impara a comprendere che amare significa anche vedere talvolta con gli occhi dell'altro. Chi non accetta di essere amato desidera poter scegliere il suo tempo per mostrare se stesso senza fretta in totale libertà. Chi ama troppo è animato dall'urgenza di sentirsi appagato dimenticando che quello a cui sta partecipando non è un gioco o una semplice abbuffata. Chi ama troppo investe anche se stesso con la sua mole e diluisce la sua memoria ma se capita che la ritrovi vedrà senza ombra di dubbio che ancora una volta è stato l'ego a fare la sua mossa. Quando si vede questo forse la massa del mare che si era riesce a trasformarsi in lacrime per il dolore che si prova ad aver perduto l'occasione che non tornerà più con chi si amava comunque davvero. Chi non accetta di essere amato ha l'occasione di vedere una parte di se stesso ma è proprio quella parte che non vuole vedere e che, invece, chi ama troppo percepisce essere ben presente nell'altro e che trova sia un peccato tenere nascosta tanta è la sua bellezza e tanta è la sua semplicità nell'incastrarsi tra i pezzi mancanti del puzzle altrui. Chi ama troppo forse custodisce una piccola parte del flusso d'amore di chi non accetta di essere amato e quando due anime così si incrociano lungo la via scatta qualcosa che forse, voglio provare a pensare che sia così, concede una possibilità. Come si indirizzi tale possibilità dipende se poi concediamo ad essa di svilupparsi dentro di noi nonostante tutto, nonostante la paura che si prova o il credere che sia meglio lasciar stare. Ma non è solo per chi non accetta di essere amato tale possibilità, anche chi ama troppo avrebbe l'occasione di imparare a ridimensionarsi. L'amore sincero per qualcuno fa davvero piccoli miracoli quotidiani. Così nessuna delle due parti può essere criticata per essere così ma se queste due parti si incontrano un giorno o l'altro potrebbe accadere di comprendere quel qualcosa di prezioso che ti fa dire che non è stato vano avere a che fare con l'altra parte tanto singolarmente diversa da noi. Voglio credere che da qualche parte nel mondo un giorno due persone così si incontrino e dopo una discreta battaglia riescano poi a camminare mano nella mano per un po' di tempo. A me non è successo ma spero sempre di estrarre quante più cose possibile dal ricordo dell'essere stata mare contro uno scoglio.

5 commenti:

  1. Negl'altri cerchiamo noi stessi. Un confronto continuo in ogni situazione. Specchi.
    Dipende dalla conoscenza che abbiamo di noi stessi e dall'accettazione di certe nostre peculiarita'.
    Il nostro essere non è puro ma è condizionato da “ombre” che falsano la vera luce delle nostre caratteristiche.
    Se facessimo una lista delle nostre caratteristiche dividendole in “sono così “e “non sono così” e successivamente “mi piace” e “non mi piace” capiremmo meglio perchè scegliamo alcune persone invece di altre e soprattutto potremmo analizzare se veramente cio' che ci manca o sembra mancarci è una reale mancanza o è solo potenziale che possediamo ma relegato forzatamente per chissa' quali motivi in una zona d'ombra.

    Nessun essere umano può desiderare di non essere amato.
    Nessun essere umano può amare qualcuno che non ha mai dimostrato amore nei suoi confronti.

    Quando questo accade e si manifesta con impeto esagerato sia il rifiuto che l'offerta d'amore, sicuramente dobbiamo cercare in noi stessi . il perseverare in una situazione d'amore non corrisposto o il fuggire con rabbia e disappunto da qualcuno che ha semplicemente manifestato amore per te è una reazione che deve far pensare che qualcosa in noi non va. Ma soprattutto dobbiamo capire per prima cosa che non stiamo amando l'altro ma stiamo cercando di amare o proteggere noi stessi L'altro non c'entra più niente in questa fase . Quindi intanto togliamo subito la parte nobile dell'amore che si fa in due e non da soli. Torniamo con i piedi in terra e capiamo la nostra ossessione d'amore e la nostra paura d'essere amati.

    E' solo una considerazione la mia , non ho la soluzione. Una considerazione che esprimo per chiedere “giustizia” e “speranza” per quello che per me dovrebbe essere l'amore che lega due persone. Quando l'amore divide e strazia siamo lontani dal poter amare veramente gli altri perchè ancora dobbiamo veramente capire che non amiamo nemmeno noi stessi . Perchè ? Questa è la cosa triste. C'è soluzione a questo ? …. forse sì

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    1. :-) ciao laregina
      Quando ho scritto questo post ero fresca di idee nonostante l'ora notturna. Mi avevi dato da riflettere perché in te ho potuto vedere l'una e l'altra parte in contrasto fluido, vale a dire che dove qualcosa non si scontrava si confrontava procedendo fianco a fianco in te. Tu non accetti e tieni a distanza seccando qualsiasi ramo della speranza di chi ha detto di amarti ( fatto salvo comunque che tale persona non ti piaccia realmente) e contemporaneamente cerchi chi non hai più vicino a te camminando su alcune macerie del tuo cuore. Questo contrasto mi ha fatto pensare e rivedere in me alcune sfumature. E contemporaneamente mi sono trovata a pensare a quanto sia freddo l'abito che veste chi vorrebbe una speranza e si trova a sentire le parole che tu hai pronunciato così straordinariamente simili a quelle che in concetto ho ricevuto io ma al tempo stesso, come dicevo, ho visto che se in una stessa persona abita questa dualità per te le cose potrebbero essere più facili. E' come se ci fosse un ostacolo a separare queste due parti tuttavia l'amore è comunque il denominatore comune ad entrambe e già questo unifica qualcosa. Tu giochi al salto ostacoli con le zone d'ombra perché quando ti spaventano preferisci la luce, com'è naturale che sia, ma al tempo stesso le ami e le usi quando hai bisogno di vedere senza luce. Mi sono trovata per un istante a farmi sfiorare la mente dal desiderio che almeno tu un giorno trovassi la forza di voltarti verso la persona che dice di amarti per scoprire con tutte le palle che hai (mi si perdoni l'espressione cruda ma necessaria) che puoi invece accogliere tutto quell'amore che ti viene elargito poiché è lo stesso che chiedi all'altra persona che non ti vuole che tu stessa daresti. Questo mi fa pensare che lo spazio per tale quantità esiste in te ferma restando la regola che il ritmo lo decidi tu. Mi hai fatto anche pensare che in questo strano inseguimento di chi ama chi e nel difendere il tuo potere decisionale, che altro non è che avere imperituro controllo per non sentire di perdersi, si impegna il tempo fino al momento in cui un giorno, sperando non sia tardi, si capisce di aver avuto l'occasione per vivere ciò che si desiderava vivere senza averla colta solo perché ci siamo messi a cavillare su modi e tempi. E di questo non sono immune neppure io in certe occasioni, per quello, quando ho potuto, ho cercato di dare un calcio alla paura di andare incontro a ciò che stavo provando e che mi stava sconvolgendo e mi sconvolge e mi spaventa tuttora. Il combattimento è sempre attivo. Ci sono mille perché e non ce n'è nessuno quando ci si innamora di qualcuno e giusto sbagliato che sia non credo che ci si approcci a tale sentimento o certe persone con l'intento di usarle come specchi. Così da solo il fatto sarebbe egoismo, eppure non si può negare che gli altri sono i nostri specchi e ce ne rendiamo conto, magari non sempre, lungo il cammino. Cercare continuamente un confronto è l'appetito dell'essere solitario e dipende giustamente da come siamo fatti, altrimenti non si cerca alcun confronto totalmente e sempre oppure si raccoglie quello che si trova per la strada senza cercarlo costantemente. le opzioni sono sempre varie.
      L'essere umano è sempre in divenire, che lo accetti o meno accade di mutare qualcosa o di trasformarsi anche completamente. Ovvio che zone d'ombra siano presenti. Il deserto è pur sempre l'ambiente dove non ci sono ombre, sia che si tratti di una landa dove regna calore sia una distesa ghiacciata. Le zone d'ombra talvolta sono necessarie ma solo per sostare il tempo necessario per riposare non per indugiarci. E se si decidesse di andare a caccia di ombre si otterrebbe il contrario di ciò che ci aspetteremmo accada poiché non riusciremo a catturarle catturarle perché al loro posto quasi all'istante si manifesterà la luce. Tale caccia però è faticosa perché ha bisogno di costante nutrimento da parte della volontà.





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    2. Ho notato che hai usato la frase "scegliere alcune persone piuttosto che altre" e anche questo mi fa riflettere. Procedere mandando avanti la mente sempre e solo lei innesca tale meccanismo che fa "scegliere" eppure ci sono migliaia di casi nei quali le persone si incontrano e basta e capita di averci a che fare o di doverci avere a che fare. La scelta rimane dunque se dire sì o no alla nostra disponibilità a relazionarsi con esse. Mi viene ora in mente quelli che fanno l'identikit della persona che vorrebbero e tante volte mi sono trovata a pensare che alla domanda "come vorresti che fosse il tuo uomo o la tua donna" non si può rispondere nello stesso modo di quando si elencano le caratteristiche di un vestito per una data occasione o della casa che si vorrebbe costruire. Ci si incontra se ci si incontra e si guarda ciò che c'è riconoscendo che tutti i nodi di paura, dubbio, parti nascoste di noi stessi, che vengono al pettine non dovrebbero essere la sostanza dei rifiuti bensì gli elementi per arricchire noi stessi. E scusa la breve divagazione.

      Il potenziale per definizione sta inattivo in attesa di emergere e nessuno ne è privo. E' vero secondo me, che non si tratti di una reale mancanza ma che si nasconda da qualche parte, Sta a noi, purché lo si voglia fare, andare a cercarlo per illuminarlo un po' affinché germogli dal suo seme.

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    3. "Nessun essere umano può desiderare di non essere amato" pur tuttavia accade ed è nelle sue facoltà di sceglierlo anche se non ci piace vedere che sia così. Sarebbe bello che tale imperativo fosse un comando piuttosto che una frase detta con enfasi da qualcuno che ritiene la cosa quasi impossibile.
      "Nessun essere umano può amare qualcuno che non ha mai dimostrato amore nei suoi confronti". Eppure anche qui leggo due significati. Il primo mi coinvolge direttamente e mi fa dire che anche in questo caso accade. Non si sa bene perché in certi casi eppure anche tu lo sai, a dispetto di quanto vorresti, qualcuno che ama qualcun altro che non gli dà nulla di rimando né lo corrisponde c'è. Poi penso all'altro significato a ciò che la frase nasconde. Penso a coloro che vengono maltrattati e che amano in qualche modo, forse solo perché vi sono ancora legati, i loro carnefici. E si ritorna lì, in quello strano luogo dove si prova qualcosa per qualcuno e che data la complessità difficilmente si possono tracciare profili esatti di tutti i casi e di tutti i motivi che portano agli eventuali legami sentimentali. Si può solo sottolineare in certi casi che chi ama crede nella persona amata e da ciò discendono varie reazioni. Che si vedano le cose in modo corretto oppure si sia annebbiati da giri mentali personali la volontà mira alla difesa e al credere ancora. I singoli casi da analizzare conducono alla storia che fa la Storia.

      D'accordo sul penultimo periodo che hai scritto :-)

      Un'ultima cosa, sull'amore per se stessi. Se vedere che qualcuno è immerso nello strazio della sofferenza fa dire che tale persona non si ama non mi trova totalmente d'accordo. Occorre distinguere e conoscere a fondo il tipo di persona che sta vivendo tale momento. Ci sono persone realmente in difficoltà e persone che sanno comunque badare a se stesse pur immerse nello strazio, così come c'è chi sa padroneggiare l'ombra dentro di sé senza diventarne schiavo o chi non sta realmente affogando mentre si sbraccia in mezzo al mare. I motivi che portano ciascuno capace di padroneggiare se stesso dentro certe dosi di oscurità o sofferenza sono peculiari e tendenzialmente insindacabili specialmente se tali persone sono consapevoli di ciò che stanno vivendo e come lo stanno vivendo. a qualcuno può servire passeggiare dove altri di solito evitano di passare purché si sappia sempre dove si è. E' nel sapere dove si è e nella voglia di capire a fondo ciò che si sta vivendo in toto che sta l'amore per se stessi poiché si avrà sempre un occhio vigile pronto a far virare la rotta. Dipende tutto dal grado di consapevolezza che si ha e da quanto si riesce a vedere sia nell'insieme che scendendo nel particolare. L'amore per se stessi non è solo la facile risposta del trovarsi un luogo comodo e lontano dal pericolo dove stare o trovare un amore subito corrisposto, talvolta forse fa parte della propria natura trovarsi a combattere per far vivere ciò che si prova senza averne paura. E non è che la persona che diciamo di amare è solo una scusa per fare ciò, la persona che abbiamo incontrato lungo il cammino, che ci ricambi o meno, se riconosciamo dentro di noi di provare qualcosa nei suoi confronti è semplicemente una persona che amiamo. Nulla di più.

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  2. L'amore non esclude certo la sofferenza a volte nemmeno quando è contraccambiato. Senza dubbio però esclude lo strazio esistenziale continuo per cio' che non è possibile che sia vissuto insieme.
    Ripeto se si parla d 'amore tra due persone , può essere anche sofferenza ma non è mai divisione è sempre unione.
    Un minimo d'amore per noi stessi dovrebbe portarci a capire questo e a pretendere questo come indispensabile per continuare a credere che l'amore con quella persona sia possibile e ancora proponibile.
    Quando questo non accade dovremmo prenderne atto con dolore e tristezza senza dubbio e continuare anche ad amare la persona amata , perchè l'amore non ha interruttori elettronici , ma preservarsi dallo strazio continuo dei rimpianti per non essere ciò che forse era meglio essere , perseverare nel continuare a sperare di poter un giorno spiegare le nostre ragioni , per aver compiuto azioni poco opportune , sbagliate ,dettate dall'impeto del momento delle quali magari poi ti sei pentito , e stare lì a straziarsi l'anima nell'attesa che venga il momento giusto per farlo , accusare con il pensiero l'altro o dargli giustificazioni per non averci capito, per averci frainteso. e tutto questo in solitudine...... è questo lo strazio esistenziale sterile, che non porterà a niente . . Non è questo l'amore. Non posso concepire , non voglio, questa visione romantica di amore tormentato. L'amore può essere anche tormentato , ma in due . In due esiste la possibilita' di dare spiegazioni , di capire di perdonare. Se lo si continua a fare da soli dobbiamo spostare l'attenzione dall'altro e concentrarla su noi stessi. Continuiamo ad amare l'amato o l'amata ma con la serenita' di aver dato tutto ciò che al momento potevamo dare , senza sentirsi in colpa per il nostro essere, così cominciamo a volerci bene ad accettare senza troppa severita' i nostri errori che potremmo in futuro correggere dal momento che li abbiamo visti. Cominciamo da noi a perdonarci a capirci. se l'altro non l'ha fatto significa che non poteva farlo, non era pronto ad amarci forse o forse semplicemente non eravamo la persona che lui cercava. E' in questo momento che dobbiamo amare noi stessi. Togliersi dallo strazio dei perchè , delle scuse , degl'alibi e sentirsi sereni con noi stessi per la fortuna che abbiamo di saper amare e nel caso di quello che non vuole amore per la fortuna dell'opportunita' che gli è concessa per capirne i perchè …..

    l'individualismo la fa da padrone ultimamente se cominciamo a concepire, a definire amore nel termine classico della parola anche quello vissuto in solitario tormento , l'individualismo diverra' padrone incontrastato.
    Personalmente cerco di non prestarmi a questo gioco per questo esprimo il mio pensiero e cerco di fare dei distinguo tra amore e tormenti esistenziali.

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