martedì 3 gennaio 2012

Dopo

Ogni cosa che inizia ha un'evoluzione e questa evoluzione è un "dopo", solo che spesso non lo mettiamo in conto quando si fa la fotografia d'insieme. Il dopo è l'essenza della conseguenza di qualcosa. Le conseguenze di qualcosa possono essere positive o negative a seconda di come si è agito "prima". Fatto sta che in molte occasioni si pensa solo alla concretezza dell'azione, al suo presente tralasciando il dopo come se questo fosse cosa meno importante. Il dopo, però, ha la strana caratteristica, talvolta beffarda, di essere, se non altrettanto importante del prima, molto più importante. Nel dopo ci sono i conti da pagare per ciò che si è consumato. Nel dopo ci sono discendenze materiali come lo possono essere dei figli dopo un breve incontro di passione. Nel dopo ci sono danni o errori da riparare. Nel dopo c'è sempre un tempo più lungo nel quale vivere immersi rispetto al momento che genera la conseguenza considerata. Che il dopo sia tanto scomodo da essere escluso quasi sempre dalla consapevolezza della volontà di agire secondo il desiderio del momento? Eppure il dopo è un'entità paziente che con la sua presenza può insegnare delle cose, posto che si decida di osservare invece di voltare lo sguardo altrove. E ricordiamo che il dopo non esiste senza un prima, senza un'azione nel presente, senza un desiderio, senza un sogno. Se mi viene da porre l'accento sulle conseguenze meno piacevoli è perché l'osservazione del dopo che vedo qualche volta è una triste manifestazione di incoscienza. Questa riflessione è nata dopo aver vissuto una notte di San Silvestro, 31 dicembre, in giro per le strade della mia città. Bello il clima di baldoria, risate, mille pensieri che si fondono in un'unica volontà di festeggiare bevendo, brindando per le strade. L'attesa dello scoccare della mezzanotte, i botti, i fuochi d'artificio sui tetti. Se per una qualche magia si potesse fare un fermo immagine, tutto resterebbe così nella memoria di ciascuno. Vi resterebbe l'allegria, o almeno la volontà di essa, al di là dei singoli dolori di ciascuno messi da parte per l'occasione. Tutto sarebbe perfetto, ma... Il tempo scorre e i rintocchi passano, i botti si esauriscono, le bottiglie si svuotano, non solo nei bicchieri, ma anche sull'asfalto. Che sia tradizione fare così? Lo confesso, questo non lo so... Si ride ancora mentre si lasciano alle spalle tante cose. Pensieri vecchi che si seccano insieme all'alcol che evapora nella notte fredda. Nulla importa, tanto dopo non è un pensiero per l'adesso. Solo che io, non sono riuscita a vedere solo l'adesso, ho esagerato come sempre, ho visto il dopo mischiarsi a tutto ciò che mi circondava. Ho visto il dopo insinuarsi nel presente, tra i passi di coloro che continuavano a festeggiare senza pensare che, qualche volta, basta poco per avere rispetto di quelli che vengono dopo. Ho visto una marea di bottiglie infrante per terra, bicchieri abbandonati, tutto abbandonato in attesa di qualcun altro che l'indomani, anzi già nel giorno appena nato, avrebbe dovuto con fatica raccogliere residui di inconsapevolezza. Ma la nostra bottiglia e i nostri bicchieri sono venuti insieme a noi fin nel loro giusto posto di raccolta, non sono rimasti a morire in una qualsiasi strada da pulire dopo... Qualche volta credo che una delle basi della consapevolezza sia anche questo, sia poter considerare anche il dopo, non solo il seme del progetto, non solo il prima, non solo il desiderio che muove le cose.

Nessun commento:

Posta un commento