lunedì 9 gennaio 2012

Uno squarcio nelle nubi

Fin da bambina mi è sempre piaciuto guardare lassù, il cielo, con tutte le sfumature di colori che ha a disposizione. L'azzurro, quando è sereno, e il cuore si rilassa mentre cerca di fondersi un po' con quella tonalità. I colori spettacolari delle albe o dei tramonti mi hanno sempre connesso con il mondo meno immediato, quello che sta di là dalle cose materiali, quello dove ogni poeta si bagna spesso lasciandosi lambire da onde speciali. Poi c'è il grigio del cielo nuvoloso. Grigio uniforme che non lascia speranza di intuire un risveglio dell'azzurro e che ci isola dalla luce del sole. Quando il cielo si mostra così coperto serve solo tirare fuori la pazienza e attendere che passi. Anche l'umore ne risente di questo grigiore. Poi c'è la pioggia che mescola gli odori e i pensieri. Ma un temporale è una forza naturale da leggere e ascoltare se non c'è minaccia per l'incolumità di qualcuno. Ricordo che molto tempo fa, davvero molto... mi appoggiavo alla finestra quando c'era un temporale e guardavo e ascoltavo e annusavo l'aria. Era un tempo in cui, anche se si scatenava con violenza, la pioggia non faceva mai danni così gravi come accade oggi... Sarà perché ero ragazzina e la curiosità di esplorare il mondo mi faceva sentire capace di osservare più a fondo alcune cose. Sono tutte sensazioni impregnate di ricordi, oppure, forse, è vero il contrario, che sono i ricordi ad essere intrisi di sensazioni poiché anche di esse portiamo in noi il ricordo. Il temporale con il suo carico di nubi grigio scuro, tali da poterle definire "nere", irrompe talvolta velocemente ed altrettanto velocemente se ne va, come accade per alcune circostanze della vita. Con la meraviglia nell'animo che non ha paura di tuoni, lampi e fulmini stavo a guardare e aspettavo che finisse tutto perché sapevo che così sarebbe stato. E' nella natura del temporale essere di breve durata. Aspettavo di vedere spuntare il sole tra gli strati di nuvole. Oggi, ripensando a questo, sento ancora un'eco di benessere mentre rivedo l'immagine di uno squarcio tra le nubi, dal quale si può intravedere l'azzurro del cielo o il sole che fora tutta quella pesantezza con i suoi raggi diritti di luce bianchissima. E ancora cerco da qualche parte la stessa sensazione di conforto per il significato che conduce con sé. Se non avessimo parole per descrivere come ci sentiamo, quando assistiamo a qualcosa che migliora e si trasforma dal buio alla luce, uno squarcio nel cielo potrebbe essere la metafora giusta per esprimersi, con tutto il carico di sensazioni vissute dal corpo che vede quanto accade in modo naturale. C'è sempre un feeling con la natura per ogni cosa che viviamo o, meglio, molto di ciò che sentiamo è anche da qualche parte manifestato dalla natura e cercare di vederlo lì è quasi come una caccia la tesoro, perché quello che alla fine troviamo, là fuori come specchio e dentro di noi, è prezioso. Poter trovare le parole per ricreare un'immagine da comunicare agli altri è una chiave per non perdersi nella propria solitudine o nella sofferenza o nell'indifferenza. Così, ogni volta che ci è dato di vedere uno squarcio nelle nubi, non classifichiamolo come un semplice fenomeno atmosferico, portiamolo per un po' dentro l'animo come riserva di parole da assegnare a sensazioni che stiamo imparando a riconoscere, vivendole.

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