martedì 18 ottobre 2011

Il valore del presente

Qualcuno dice che il tempo sia un'illusione, qualcun altro trova che il tempo esista come entità reale. Credo che ci siano, come sempre, molte sfumature per questo pensiero che deriva, non soltanto da ciò che viene riconosciuto come reale dalla moltitudine, ma anche dalla percezione personale. Si può accettare il pensiero comune e usarlo come linea base per lo sviluppo del nostro pensiero, senza preoccuparsi di rivedere il concetto, poiché non siamo tutti degli studiosi. Va bene, l'orologio è un oggetto indispensabile, e con sé porta l'abitudine alla consequenzialità, e da questo discende la forte consapevolezza che ci siano un passato, un presente e un futuro. Il prima dell'adesso, l'adesso e dopo l'adesso. Mi ha sempre affascinato pensare al tempo e alle sue caratteristiche. Ciascuno poi ha le sue preferenze e, che si scelga o meno di vivere un determinato tempo proiettandosi indietro, in avanti, o rimanendo nel presente, ogni cosa che accade avendo a che fare con esso è sempre un'esperienza importante. La mia osservazione di questo strano nastro che c'è ma non si vede davvero, se non per ciò che lo delimita e lo descrive, mi fa prediligere il presente. Forse l'influenza di alcune letture filosofiche, non so, forse l'averle fatte passare dentro di me per verificarle mi ha fatto capire che lo strumento che misura il tempo in realtà è uno strumento che segna un ritmo. Se chiudete gli occhi avvicinando un orologio non digitale all'orecchio potete sentire solo tic tac tic tac tic tac. E' la vista dunque di uno scorrere sequenziale di numeri ciò che crea, passatemi la parola, l'illusione dello passare del tempo. Senza vedere questo sarebbe solo un ritmo e non sapremmo altra informazione a proposito del tempo. Non ci sarebbe un passato, così come lo intendiamo, né un futuro così come lo crediamo. Ci sarebbe un eterno presente fatto di un rumore che si ripete nell'attimo nel quale lo si ascolta. A questo punto, aprendo gli occhi, il mondo intero, con tutto ciò che mostra e con tutto ciò che ha accumulato come informazioni, mi assale e mi fa dimenticare questa breve intuizione, così ritorno con i famosi piedi per terra e guardo l'orologio per non fare tardi ad un certo appuntamento. Questa è un'opzione possibile. Il giorno che ho riaperto gli occhi, dopo questa riflessione sul tempo e gli orologi, non ho dimenticato e ho imparato a vedere le cose da un altro punto di vista. Semplicemente mi ci trovavo più a mio agio rispetto al pensare comune. Così adesso uso l'orologio solo perché vivo in mezzo agli altri, per aver rispetto del vivere che ci accomuna, per non deludere chi mi sta aspettando con il mio ritardo, per organizzare il giorno in modo da essere abbastanza efficiente per portare avanti le cose della vita. Per il resto, dentro di me, c'è un costante presente fatto dell'attenzione per quello che si può fare adesso, e soprattutto, a livello più profondo, per quello che posso fare usando la volontà volendo dare il meglio di me. E dare il meglio di se stessi richiede attenzione e cura lavorando per riprendere tutte quelle appendici del nostro pensiero che stanno nel passato o nel futuro, ovunque tranne che qui e adesso. E non si immagina mai, senza averlo sperimentato, quanta energia e lucidità si possono recuperare, stando con la volontà nel presente. La mia tendenza a farmi prendere la mano dalla malinconia, a ciò che ho perduto, mi portano talvolta nel tempo passato, o meglio, nelle immagini della memoria legate a ciò che è stato. Vi indugio, ci rimugino, e mi perdo un po' da quelle parti, poi mi ricordo della forza del presente, anche se non dimentico, e torno qui nell'adesso per averne cura come meglio posso perché so che solo così, una sequenza di buoni e positivi "presente", mi daranno un futuro migliore. Pur non sapendo, comunque, cosa accadrà come eventi specifici, so che il futuro sarà solo il presente da venire e se mi riesce di essere presente nel Presente sono sicura di portare con me più consapevolezza e più energia. Non mi stancherò mai di ripetere che l'onestà verso se stessi e verso gli altri è un valido metodo per andare a letto la sera senza rimorsi né rimpianti, per potersi alzare al mattino con la possibilità, senza impedimenti dati dall'attaccamento del pensiero verso lo ieri, di vivere meglio nel presente. In quest'ottica mi è sempre piaciuto pensare, forse poeticamente, al fatto che ogni giorno non è davvero un frammento di tempo che viene dopo il precedente, ma è solo una nuova occasione di vivere l'unica possibilità che abbiamo a disposizione per recuperare qualcosa se abbiamo sbagliato, o di rinnovarla, o di risistemarla, o di perfezionarla, di crescere paradossalmente in riferimento allo ieri, e il giorno, anche se i colori cambiano, se gli eventi spesso non si ripetono, se le persone e le cose cambiano, si modificano, nascono o muoiono, è sempre lo stesso spazio temporale che abbiamo, null'altro che un'occasione di vita nella luce del giorno, al di là di qualsiasi mirabolante attività umana che non tenga conto del nome dell'ora nella quale si svolge.

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