domenica 2 ottobre 2011

Se...

Se... L'ipotesi con punti di sospensione a seguire, simbolo di tutto quello che si vorrebbe dire ma che per un qualche motivo non si dice. E in quei tre puntini c'è un mondo, secondo me, un mondo fatto di pensieri che forse non si sanno esprimere come si vorrebbe o solo non si desidera farlo. Non so... Oggi mi sono sentita come questi tre puntini, come l'inizio di un pensiero che vorrebbe proseguire in una comunicazione, che vorrebbe dire quel che è stato pensato ma che, necessariamente, forse, deve comportarsi come la schiuma del mare che si estingue sulla sabbia. Talvolta è strana la combinazione di fattori che porta a sentirsi così. Parlando salta fuori un argomento ed ecco che si innesca il soffio leggero di quel tipo di malinconia che fa pensare alle possibilità perdute.
Quel che provo mi farebbe prendere il cellulare per mandargli un messaggio, per dirgli che ha fatto bene, che è una cosa bella l'aver restaurato la vecchia automobile e che no, non l'ho vista, ma chi l'ha vista ha commentato positivamente. Sorrido dentro al ricordo delle volte che sei stato così gentile da darmi un passaggio sulla piccola macchina un po' scassata, ma unica ed emozionante presenza. Prima di allora non ero mai salita sul quel tipo di automobile! Tu e la tua auto, un duetto speciale nella mia memoria, un segnalibro prezioso per alcune emozioni.
Se potessi dirgli queste cose potrei fargli sentire a parole la sensazione di contentezza che provo per il lavoro che ha fatto e questa cosa positiva che si manifesta sarebbe un appunto piacevole all'interno dello scorrere dei giorni, però... Però il cellulare rimane lì, muto, con lo schermo in standby, questa volta non l'ho preso neppure in mano come è accaduto in altre occasioni, quando lo guardavo incerta sul da farsi ma in realtà cercavo di convincere la mente e la volontà a lasciare stare. Se dicendoti che, pur non sapendo bene perché mi sale su questo pensiero, anche se sembra una cosa banale questo restauro, penso che sia invece una cosa speciale, e chissà come ne vai fiero, tu poi rispondessi una cosa qualunque, che fosse una frase banale o una battuta, o una risata imbarazzata, non importerebbe, il giorno avrebbe un guizzo di luce in più, avrebbe il calore che esiste sempre quando le persone si parlano...
Eppure sapere che le cose non sarebbero così, anche se sento questa incredibile voglia di raccontargli ciò che penso, non mi impedisce di provare ciò che provo. Mi sento dentro l'onda positiva di qualcosa di buono fatta da qualcuno che ho nel cuore, anche se le parole si annodano tra loro quando incontrano la consapevolezza della realtà dei fatti. Se...
Lasciandomi trasportare da questa onda dai colori caldi ma spenti, resi opachi dalla consapevolezza del no che combatte contro gli impulsi del cuore, capisco che questi se, galleggianti nell'aria, sono impalpabili esattamente come il mezzo nel quale sono sospesi. Un castello trasparente di pensieri e desideri, battiti del cuore, dove la concretezza di ciò che si vorrebbe fare resta prigioniera. Una concretezza che non nasce, una porta sempre chiusa, un percorso lungo verso l'orizzonte per ingoiare, giorno per giorno, questo stop... Ecco, ancora una volta, scivolo tra le parole, amplifico le sensazioni per vederle bene in faccia ma non so ancora come smettere di pensare in certe occasioni... Mio padre diceva sempre che "i se e i ma sono il patrimonio dei bischeri", volendo intendere che le ipotesi e le scuse sono entità talmente evanescenti da costituire un falso patrimonio, ossia chi ama i se e i ma non ha nulla di reale in mano. E dunque prendo tempo, cammino ancora un po' sul margine dell'ombra di questo pensiero fatto di se per rimandare a più tardi l'impatto con la realtà che conosco...

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