domenica 18 novembre 2012

Lo spazio segreto dello scrittore

In fondo anche il tempo è una sorta di spazio particolare e per chi scrive è fondamentale. Uno scrittore non ha paura di uno sgabuzzino purché abbia con sé qualcosa su cui poter scrivere ma se manca l'altro spazio speciale, il tempo, inizierà ad agitarsi. Pur non essendo davvero una scrittrice per me è così. Quando i pensieri si allacciano gli uni agli altri lungo la via nasce un concetto, nascono frasi, nascono le parole che servono per condividerlo. Uno scrittore scrive così come un cantante canta, arriva un punto nella vita nel quale non si può fare a meno di riversare all'esterno ciò che si ha dentro. Eppure tutte queste parole nascono nel silenzio in un tempo sospeso dentro lo spazio che lo scrittore crea in sé. Così lo spazio segreto dello scrittore è la sua nicchia da dove si mette in osservazione del mondo. Non serve solo un discreto silenzio interiore per districare i vari pensieri, serve che ce ne sia a sufficienza anche tutto intorno. So scrivere anche in mezzo alla confusione se non sono troppo stanca ma ciò che preferisco è quello che ho adesso, il silenzio della notte, quando tutti, o quasi, se ne sono andati a dormire. Mi siedo comoda nel luogo che ho scelto per iniziare a scrivere e lascio vive le mani e la testa. Gli occhi vigilano la soglia tra questo mondo e l'altro dove inizio la pesca miracolosa nel fiume dei pensieri. Serve pazienza, la fretta è bandita da questo spazio e bisogna essere svegli e di mano veloce per seguire il volteggiare delle parole. Si cattura un pensiero che si lascia catturare e guai a cercare di prenderne qualcuno che ancora non ne vuole sapere di staccarsi dal ramo dove sta maturando. Se cerchi di coglierlo anzi tempo svanisce e la memoria si trova a dover raccogliere solo dei frammenti sparsi che non si legano gli uni agli altri. Certo, si possono ugualmente tenere da parte perché in futuro potrebbero essere importanti ma in quel preciso istante il pensiero che si voleva cogliere non lo potremo cogliere. Quindi fluidamente si continua l'esplorazione alla ricerca di qualcosa che ci riporti lì anche se dobbiamo passare da una strada differente, e prima o poi il pensiero che volevamo catturare torna magari maturato nel frattempo. Il silenzio suggerisce di porsi in ascolto piuttosto del contrario e quando si ascolta emergono spunti e parole che non credevamo di poter contemplare. L'esercizio dello scrittore notturno è l'ascolto di ciò che scorre sotto pelle, per imparare a portare con sé, durante il giorno, la capacità di vedere oltre l'apparenza. La luce forte del giorno crea ombre nette e definisce con altrettanta decisione tutte le cose che gli occhi fisici possono vedere, facendo passare in secondo piano le loro trasparenti verità. Lo scrittore raccoglie e accoglie quindi mescola poi assaggia e assapora per raffinare il distillato. Quando tutto è pronto lo scrittore filtra bene e lascia decantare poi offre al mondo ciò che ha creato con le sue mani e la sua testa. Ma senza il suo cuore, il risultato di uno scrittore, sarebbe insipido per chiunque volesse scoprire il riflesso di quel che ha in se stesso, così il dovere di ogni scrittore è quello di aver cura del suo spazio segreto, con amore, per poter condividere con gli altri un senso della vita, attraverso parole che rendono più tangibili i colori interiori comuni a ciascun essere umano. Ciascuno di questi spazi segreti è semplicemente un punto di vista, come una finestra sul mondo, che lo scrittore apre per tutti. R.B.Between

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