venerdì 30 novembre 2012

Quando il tuo amore non viene ricambiato

Se non avessimo il cuore che ci permette di vedere la vita con "occhi" diversi, perderemmo molta capacità di risoluzione, e molti particolari e sfumature si fonderebbero troppo gli uni con le altre con il risultato di avere davanti qualcosa che, alla lunga, non saprebbe più nutrirci in modo adeguato. L'amore è un argomento così vasto da perdercisi facilmente ma la bellezza di questo sta anche nel fatto che ciascuno contribuisce al discorso globale con la sua esperienza e con il suo punto di vista. Non c'è una regola né una legge entro questo spazio del cuore condiviso da ogni essere vivente, c'è solo ciò che viene vissuto. Ma la cosa importante è approcciarsi all'argomento con la consapevolezza che se si è disposti ad ascoltare l'oratore di turno bisogna ricordare che la vastità delle singole esperienze è difficilmente contemplabile contemporaneamente. E da ciò ne dovrebbe discendere che qui, entro questo spazio di ricerca e comprensione, i giudizi non sono ammessi. Solo l'ascolto e la condivisione lo sono come se tutti gli esseri viventi fossero insieme in cerchio. Nessuno ha di più o di meno di un altro membro del gruppo di ascolto, ha solo la sua esperienza da raccontare così che qualcuno, ascoltandola, potrebbe trovare un tassello in più per comprendere la propria storia. Dell'amore comprendo questo perché comprendo che gli esseri viventi custodiscono ciascuno una sfumatura ed è osservandola che possiamo comprendere gli altri e noi stessi, specialmente quando l'argomento è vastissimo date le sue ramificazioni come fosse l'albero più grande e più vecchio mai esistito. I rami sono coloro che vivono le proprie esperienze ma la radice comune è la consapevolezza che il cuore è uno e funziona nello stesso modo per chiunque. Solo le esperienze diversificano fino all'impensabile le sfumature in modo da crearne di uniche.
Se molte delle sfumature nascono dall'amore accolto e ricambiato altre ne nascono da quello che non viene ricambiato. Entrambe le strade possono insegnare qualcosa. Per il momento i miei piedi hanno camminato sulla strada dell'amore non ricambiato e devo dire che per ciò che ho nel cuore il terreno non è soffice. Ad un certo punto del cammino poi ho deciso di togliermi le scarpe perché volevo sentire quanto duro fosse camminarci sopra per non arrendermi alla prima facile decisione alternativa. Ho tolto le scarpe non per masochismo o per ferirmi o per punirmi di qualcosa volevo solo accettare con tutta me stessa ciò che la vita mi presentava e questo non è stato indolore. Ho scelto di andare avanti lungo questa strada ascoltando costantemente ciò che avevo nel cuore e sono state infinite le volte in cui sono tornata al suo cospetto chiedendogli che cosa custodiva in sé. Gli ho chiesto fra le lacrime perché e perché sentivo ciò che sentivo verso quella data persona e più scavavo fino a farmi sanguinare le mani per comprendere più mi ritrovavo in mano una radice profonda e forte che non sapevo spiegare. Ho combattuto per estirparla perché mi dava il tormento provare sentimenti per qualcuno che non mi ricambiava. Il combattimento tra sentirmi portata verso la persona e sapere che la realtà non concedeva di essere accolta è stato lungo. Ho cercato di non concentrarmi sul fatto che quando non piaci a qualcuno ti senti uno schifo totale e peggio ti senti quanto più la persona piace a te. Ti crollano certezze e la stima di te stesso vacilla. Essere rifiutati è una botta che ti rintrona. Ma ho pensato che non avesse vero valore stare a rovistare in questi sentimenti depressivi anche se ci sono rimasta dentro per un po' prima di venirne a capo. Ed ogni volta che ho incontrato delle soglie che mi avrebbero portato lontano dalla vera essenza di me stessa e lontana dal mio cuore ho scelto di continuare a piangere, per il momento, finché non avessi capito davvero come poter gestire i sentimenti che abitavano in me. E qui parlo di scelte, delle mie sfumature, di ciò che avevo dentro di me e che ha determinato una direzione piuttosto che un'altra. Masticavo un boccone durissimo da mandare giù, ma non mi sono arresa perché ogni volta che stavo per rinunciare a masticarlo mi sembrava che avrei potuto perdere una parte importante di me. Non sapevo il perché né lo capivo ma sapevo che era così quindi ho continuato nella stessa direzione ostinata e sempre avendo vento contrario. Il vento delle opinioni altrui. Poi, forse perché qualcosa dentro era maturato da sé, mi sono trovata a pensare che parte del mio dolore nasceva anche dal voler dimostrare agli altri cosa provavo per cercare di spazzar via almeno un po' dell'incomprensione per i miei sentimenti. Egoistica visione poiché gli altri vedevano anche i sentimenti dell'altra persona e ovviamente non potevano dare ragione a me. Io mi ci incaponivo su questa cosa perché mi sembrava vano anche ciò che provavo confrontandolo con il pensiero altrui. Come se adeguarmi a tali opinioni o consigli sul guardare altrove cancellasse il mio cuore. E' così che mi sono sentita. Ho smesso di sentirmi così quando ho capito che per essere me stessa dovevo smettere di negare ciò che ancora provavo a dispetto di tutto e quando ho capito che in verità dell'opinione altrui non mi importava granché, poiché non era con quella che mi trovavo a convivere costantemente ogni giorno, sono stata meglio e più in pace. Nel cuore però c'era ciò che c'era, che fosse piaciuto o meno agli altri o che l'avessero capito oppure no. Infine non ho accolto il consiglio di guardare altrove, di cercare qualcun altro per il semplice fatto che, per come sono fatta, non mi piaceva ingannare nessuno, né il mio stesso cuore per primo, né il cuore di chiunque altro avrei guardato solo per cancellare il ricordo precedente. Questa cosa non fa per me. Così mi son trovata un nuovo problema da affrontare. Dove sistemare tutto ciò che si prova per qualcuno non essendo ricambiati? La soluzione è lasciarlo dove sta e fare un lavoro di adeguamento di ciò che siamo tutto intorno. In altre parole si impara a domare l'impulso a voler dare questo amore al "legittimo proprietario" e si vive ogni giorno usando la consapevolezza del proprio cuore come fosse una inesauribile fonte di calore come infatti è. Che l'altro ci sia o non ci sia rimaniamo noi con ciò che proviamo, tenendo a mente i limiti che l'altro impone, perché anche se siamo esseri umani, e questo talvolta può giustificare certe pulsioni ma altre volte no, dobbiamo la nostra comprensione a chiunque sforzandoci, anche se questo genera battaglia interiore.

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