domenica 18 novembre 2012

Voltare pagina

Con questa semplice mossa si possono ottenere due risultati. Se stiamo leggendo un libro, voltando pagina, possiamo leggere il proseguimento del testo, mentre se stiamo usando tale frase come metafora, voltando pagina otteniamo un cambiamento che sottintende la possibilità, così facendo, di non vedere quello che c'era nella pagina precedente. Voltano pagina coloro che hanno sofferto per qualcosa o per qualcuno e, per continuare a vivere cercando di non soccombere al dolore, ritengono utile, nonché saggio, voltare pagina. Voltare pagina è distrarsi sostituendo un pensiero o un modo di fare per recuperare se stessi, non sapendo bene se un giorno si vorrà mai riaprire la pagina che per il momento abbiamo voltato, per rileggere qualcosa rimasta scritta lì. Talvolta succede anche di rileggere l'intero capitolo e non solo la singola pagina. Personalmente non riesco a pensare la vita per capitoli o pagine ma se di pagine ce ne fossero per me ne esisterebbe solo una. Di misura illimitata affinché accolga tutto ciò che ho da scriverci sopra o da disegnarci, ma solo una, com'è unica la vita. Ho combattuto e combatto ogni volta che le circostanze dolorose vogliono indurmi a cancellare la memoria dell'accaduto perché credo che ogni cosa, bella o brutta che sia, faccia parte del disegno che stiamo tracciando su quell'unica pagina. E avere una sola pagina a disposizione, come accade con la vita, rende prezioso ogni avvenimento e insegna ad essere meno superficiali e meno disattenti poiché non sono concessi troppi errori. Voltare pagina è un lusso per come vedo io la vita ma in ogni caso, anche se potessi permettermelo, non lo sceglierei. Convivere con le cose dolorose, se da una parte fiacca, dall'altra è pur vero che tempra, ammesso che si desideri non soccombere. Dimenticare o sostituire solo per non soffrire lo ritengo disonesto nei confronti di me stessa e nei confronti della cosa che ho preso in sostituzione poiché vero né sincero sarebbe il mio sentimento. Così chi sceglie di avere una sola pagina a disposizione deve imparare a non aspettarsi la comodità che offre invece il voltare pagina temporaneamente o per più tempo. Trovo così speciale la vita che non ho voglia di chiudere gli occhi quando incontro dolore ma non è facile continuare a disegnare sulla stessa pagina. Se la memoria non si spegne né si sospende né si intrattiene con qualcosa di diverso il tempo di recupero aumenta ma si incrementa così anche il senso della dignità. Recuperare me stessa rimanendo consapevole dell'evento precedente è tra le prove più difficili che ho incontrato sulla mia strada ed è un cammino che ancora esiste. Questa scelta però, poiché di scelta si tratta, mi fa stare bene con me stessa anche se so che il tempo guarirà lentamente le ferite poiché al posto di un cerotto in attesa che le cose accadano da sole, io so che vorrò metterci dei punti di sutura, ciascuno proveniente da una consapevolezza ricavata dalla riflessione sull'accaduto. Così quest'unica pagina mi permetterà sempre di avere la visione d'insieme e potrò usare qualsiasi punto del disegno per scoprire come sono fatta.

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