giovedì 24 marzo 2011

Ancora apparenza

Questa immagine risale all'anno scorso.

 Mi piaceva l'idea che sembrasse un volto, come se un semplice lampione di un giardino pubblico potesse avere vita propria. Solo apparenza e l'abitudine umana di associare delle forme conosciute a delle idee. Forse è così che nasce la fantasia e, se si ricorda sempre con molta chiarezza dove sta il confine tra la realtà e l'immaginazione, si può sperimentare la sensazione di varcare i confini che abitualmente ci poniamo. Il regno della fantasia, o Fantàsia, come lo chiama Michael Ende nel suo libro "La Storia Infinita" ha sempre bisogno di essere nutrito da tutti coloro che credono sia possibile farlo. Ma tornando nella realtà quotidiana, il giorno che si incontra qualcosa che non siamo abituati a conoscere, o ci è lontano nel concetto, la prima reazione è ritrarsi perché si prova paura. Questo perché il colpo d'occhio è quasi sempre il primo comando che diamo inconsciamente, la reazione alla cosa inusuale per noi. Raramente si prova subito meraviglia a meno che non si tratti di un qualcosa di bello. Un volto strano, come quello di questo lampione con il sole dietro, è vagamente inquietante, e questo lo dico dopo averlo fotografato. Mia opinione, quindi apparenza relativa al mio punto di vista, derivata dalle cose che provo, che conosco o che non conosco, poiché contemporaneamente siamo composti da ciò che si sa e ciò che non si sa. Eppure, quando guardo questo lampione mi sembra di poter trovare un varco tra i miei soliti confini. Potrei tuffarmi da questo limite verso l'ignoto dentro di me per provare a sconfiggere la paura che provoca l'apparenza. Se varco il confine ricordando che questo è un lampione, che se mi sposto anche di pochi centimetri il sole torna ad essere visibile come tale, posso incamminarmi sul terreno che non conosco mantenendo i piedi per terra. E credo che questo esempio possa essere applicato anche a ciò che sta accadendo adesso nel mondo. L'attualità vede sempre più mescolanze tra persone di culture differenti, volti dai lineamenti diversi con abiti e abitudini che non ci sono proprie, e questo vale per chiunque sul pianeta. Se la prima reazione fosse di accoglienza invece che di rifiuto potrei finalmente credere che la paura è stata domata. Tante persone però riescono ad andare oltre ciò che non gli è familiare e questo crea semi di pace e d'amore, perché ciò che conta, al di là delle abitudini, e dell'apparenza, è valutare la luce degli occhi e la luce del cuore di ogni essere vivente. Questi canali non mentono perché raccontano solo storie di vita, di uomini e donne, che nascono, crescono, sono bambini, diventano adulti, soffrono per i più disparati motivi, invecchiano e lasciano la Terra ai loro posteri così come sempre è esistito dall'alba dei tempi.

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