mercoledì 23 marzo 2011

Apparenza e dintorni

Vi è mai capitato di alzare gli occhi al cielo, in un giorno in cui le nuvole erano in continuo movimento, portate dalle correnti in quota, e di giocare a cercare di riconoscere delle figure in quelle nubi? Per fare questo non serve conoscere l'indirizzo esatto del regno della fantasia, è sufficiente interrompere per un momento il solito modo di vedere le cose. Qualche volta può capitare di riuscirci subito, al primo sguardo e, qualche altra, serve un po' più di tempo. Non è importante, ciò che è prezioso è non giudicare negativamente l'applicarsi nell'esercizio. Un sorriso che nasce nel cuore aiuterà, fidatevi, e cercate di non ricacciarlo giù, pensando che il tutto è solo una sciocchezza. E' così che si può guardare in modo diverso ciò che da sempre crediamo sia solo ed esclusivamente in un unico modo. La scelta comunque rimane arbitraria, ciascuno decide per se stesso come meglio crede. Ma questo non toglie che ci siano modi differenti per affrontare o vedere una stessa cosa. Qui entra in gioco ciò che siamo e ciò che diamo agli altri attraverso il nostro specifico punto di vista. E' un contributo alla conoscenza.
L'anno scorso ho conosciuto una persona, Lucilla. Lei ama tutto ciò che fa parte della natura e lo sente dentro al suo cuore, tanto da riuscire ad avere una speciale sensibilità. Da lei ho imparato a vedere alcune cose con occhi diversi, poiché è possibile. Il suo lavoro di fotografa della natura, che rivela forme antropomorfe negli alberi è un contributo alla conoscenza, specialmente di se stessi. Questo perché, al di là del fatto che non tutti possono condividere, né vedere le stesse cose che sono state ritratte, lei offre il suo punto di vista con sincerità, e questo è l'esempio più importante per essere persone migliori, se questa è la ricerca che stiamo compiendo. Così, da lei, ho imparato a guardare i tronchi degli alberi in modo meno superficiale e, sorprendentemente, ho visto delle forme particolari che mi hanno suggerito dei volti. Qualcuno può chiamare tutto ciò suggestione, l'opinione è libera come il pensiero, ma ho fatto delle foto e una la metto qui, per far giocare anche voi, alla ricerca del volto nel tronco dell'albero. Albero che, anche senza mostrare segni di alcun tipo, è ugualmente vivo e individuo esistente, che respira e, qualora qualcuno se lo fosse dimenticato, produce ossigeno, rinnovando l'aria che ci è indispensabile per vivere.
L'apparenza, in questo caso, assume un valore di suggerimento, per ricordare che in ogni momento si può modificare qualcosa in noi, per aggiungere mattoni per la costruzione di quello che siamo. La conoscenza delle cose serve, è uno strumento da utilizzare nel percorso, non è un fine ultimo.

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