domenica 27 marzo 2011

Dalai Lama e mandala di sabbia tibetani. Un senso della vita.




All'inizio del video si vede la costruzione di un mandala di sabbia. Per fare ciò serve molto tempo, come per la costruzione di qualsiasi cosa. Per la distruzione bastano anche pochi secondi, ma per la costruzione il tempo impiegato è sempre maggiore di quello che serve per la distruzione. Il ciclo della vita lo insegna, basta osservare. Usare il simbolismo per esprimersi rende l'informazione forse più immediata, sicuramente sintetica. Un mandala di sabbia è un simbolo che ha un significato, o molteplici significati contemporaneamente, a seconda di ciò che conosciamo già, fino a quel momento, ma non è questo il punto importante. Quello che io stessa ho capito, pur non conoscendo la cultura tibetana né il significato specifico dei disegni di un mandala, è in paragone con ciò che la vita propone. La costruzione e l'impegno per essa, il tempo necessario a realizzarla; come quando si lotta per una guarigione, che potrei dire essere un tipo di costruzione diversa nel concetto ma simile nell'essenza;  la lentezza della ruota della vita che ha bisogno di pazienza per essere interpretata con la presenza in se stessi e, al termine del percorso, la distruzione, per la quale basta anche un soffio, o un solo gesto, per attuarla, che dipenda o meno dalla nostra volontà. L'impermanenza. Accettare la vita, le cui luci sono le costruzioni e le ombre le distruzioni, richiede forza e pazienza, coraggio. Tutto scorre perché siamo parte del flusso della vita, della ruota del tempo, non ne siamo al di fuori. Tutto è in gestione, le cose che abbiamo, quelle che accumuliamo poiché nasciamo senza nulla e ce ne andiamo senza nulla. Ma ciò che sta in mezzo è la ricchezza del significato che riusciamo ad attribuire alla vita che viviamo, a come la viviamo, alle scelte che facciamo, ai nostri no ed ai nostri sì, a tutto quello che riusciamo a comprendere senza lasciare che la vita scivoli via senza scalfirci, senza averci sfiorato con le sue occasioni. La nostra unica ricchezza è la consapevolezza di questo perché è il percorso che conta, quasi mai la meta.


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