lunedì 13 febbraio 2012

Emanciparsi dai propri genitori

Quando si viene alla luce, il primo atto materiale che viene compiuto nei confronti del neonato, in genere, è il taglio del cordone ombelicale. Un diverso e più elaborato taglio dalla dipendenza nei confronti dei genitori avviene in seguito. Questo secondo taglio più sottile richiede un tempo lungo per quanto riguarda la vita umana, salvo casi particolari. E non mi riferisco soltanto al fatto che, raggiunta la maggiore età, ci si possa allontanare da casa o si pensi di metter su una famiglia propria, intendo qui il complesso lavoro mentale ed emozionale che porta all'elaborazione della propria personalità in consapevolezza. E questa consapevolezza di chi siamo davvero ce la portiamo ovunque, sia che abitiamo ancora nella stessa casa che ci ha visto nascere sia che un intero oceano ci separi dai nostri genitori, qualsiasi età abbiamo. Il punto non è in tutto ciò che abbiamo di uguale o diverso dai nostri genitori materialmente parlando. Non sono le case, non è il denaro, non è l'istruzione, queste sono tutte cose che non determinano ciò che siamo, sono solo elementi descrittivi temporanei. Cerco di spiegarmi meglio. Sebbene il pensiero comune riconosca in tutte queste cose ciò che siamo io, non trovandomi concorde, guardo più in profondità, dove vedo che ciò che conta sono le cose che stanno appena sotto la superficie ed emergono da essa tramite le reazioni, le quali determinano in modo più sincero chi siamo veramente offrendo un terreno per comprensioni profonde e durature di noi. E' in questo spazio che troviamo le vere somiglianze con i nostri genitori ed è ugualmente lì che possiamo scegliere se ciò che stiamo osservando ci va bene o meno per definire noi stessi. Accettare dei difetti che vediamo anche nei nostri genitori fa parte del passo che ci permette di riconoscere che siamo i loro figli, è un processo piuttosto ovvio e naturale ma al tempo stesso si crea un punto particolare. In questo speciale punto di osservazione, come in ogni altro punto dove c'è consapevolezza, siamo presenti come non mai ed è così che si crea un'opportunità di scelta che permette crescita interiore. Ogni volta che la scelta si palesa si ha libertà e la crescita interiore permette di continuare a nutrire questa libertà. Ciò che viene offerto per la scelta è quello che vediamo far parte dei nostri genitori, quelli che sono i loro pensieri, i loro difetti, le loro manie, poiché riusciamo a vederne alcuni anche dentro di noi mentre l'altra cosa che vediamo sono le cose che sono noi in quanto elaborate e conquistate con le nostre specifiche forze o quelle solo volute senza averle vendute o barattate per avere un accomodamento che non ci appartiene veramente. Il secondo cordone ombelicale invisibile è fatto dei "vizi" che non ci appartengono ma che ci rimangono addosso anche per tutta la vita se non ce ne accorgiamo e se non distinguiamo cosa è noi e cosa non lo è. Qualche volta questi "vizi" sono abilità positive che possono aiutarci a camminare nella vita o a trovare un posto che ci sia congeniale ma sono e restano pur sempre cose che non abbiamo scelto o riscelto una volta che ne siamo divenuti consapevoli. Possiamo anche usare questi stampi che i nostri genitori ci donano insieme alla vita ma un giorno, se vogliamo conoscere davvero noi stessi, dobbiamo affrancarcene comprendendoli, imparando come sono fatti, prima di restituirli ringraziando. E' così che il secondo cordone ombelicale mentale viene reciso, auspicabilmente con la dolcezza che una lenta ma consapevole elaborazione dei pensieri che non ci appartengono porta con sé.

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