domenica 12 febbraio 2012

"Nel bene e nel male"

Oggi un amico mi ha dato lo spunto per una riflessione a proposito del rapporto di coppia. Mi è venuto in mente ciò che si promettono gli sposi sull'altare e mi sono soffermata sul concetto espresso nel titolo. Nel bene e nel male sembra solo una frase di rito ma credo che rappresenti bene l'essenza dello stare insieme a qualcuno seriamente. La profondità dei sentimenti reciproci dovrebbe essere il fulcro su cui tutto il resto ruota e si adatta mentre si naviga nella vita. Avrei potuto dire anche "si cammina nella vita" ma ho scelto appositamente il termine naviga per rendere meglio l'idea del movimento alternante quando il mare si ingrossa mentre arriva la tempesta. Tempesta che può essere un litigio o un periodo della vita in cui ci si perde un po' rispetto alla rotta normale. Non è detto che la tempesta porti sempre al naufragio specialmente se si può contare sulla robustezza dell'imbarcazione. La forza che tiene unite le assi di questa imbarcazione è la volontà di superare gli ostacoli insieme e più è il convincimento di ciò maggiore è la capacità di resistere alle intemperie. Le assi che ogni coppia usa per la propria imbarcazione sono le cose che essi condividono, ciò che hanno e ciò che sognano insieme. Se accade che un'onda più forte delle altre arrivi a sconquassare lo scafo, se non entrambi, almeno uno dei due dovrebbe provare a ricordare che in un angolo al riparo dalle onde, ancora all'asciutto, c'è ciò che si sta cercando per salvarsi. E questo qualcosa credo sia la capacità o anche solo il desiderio che vibra nel cuore di non ristagnare nell'ovvio, o anche solo la memoria di ciò che ha unito entrambi la prima volta che si è detto di sì. Il mio amico mi parlava del potere di sopportazione, del limite che talvolta si raggiunge in determinate occasioni di stress continuativo, della riflessione sul salvare se stessi dal patimento quando la misura si colma o le forze si assottigliano. Io ho controbattuto perché credo nell'andare oltre non ignorando o lasciando correre ma mettendosi lì, con tutto l'amore che proviamo per il compagno in questione, a vedere cosa si può fare o non fare, dire o non dire, ma soprattutto a vegliare se l'altro è stanco o arrabbiato o sofferente. Entro questa dose di amore è compresa la pazienza che non si esaurisce mai poiché è l'amore profondo che la alimenta. Due compagni di vita spesso sono anche l'uno il migliore amico dell'altra quindi, a maggior ragione, sono due volte legati sentimentalmente e questo, secondo me, non è cosa da poco. Quando qualcuno mi dice che sta rasentando un limite mentale mi trovo a pensare che non trovo scritto da nessuna parte che esso non possa essere modificato. Certe rotture o incomprensioni varie sono quasi sempre originate da questo fatidico limite che sappiamo essere in noi, e lo sappiamo perché quando qualcosa sfiora certi punti nevralgici si mette in moto un meccanismo che ci fa dire che più in là non si può andare. I più attenti avranno notato che ho scritto "può" e non "vuole", perché il volere o meno oltrepassare un limite implica una consapevolezza più approfondita di ciò che attende una nostra decisione in merito, ove si sappia già cosa c'è oltre il limite. Pensare che un limite non può essere oltrepassato rientra in una categoria lievemente diversa, fa parte di ciò che crediamo di noi e si basa spesso sulla percezione delle proprie forze. Laddove si pensi al non potere superare il limite credo si possa allora collocare un terreno che permette esplorazione per il semplice fatto che non si sa per certo cosa ci sia al di là, mentre la forza per affrontare tale esplorazione dovrebbe essere ciò che si prova per la persona amata. Laddove non si voglia superare il limite vedo un freno che esclude a priori il germogliare ex novo di un guizzo del cuore affievolito per colpa del mare mosso. Le guerre nascono a causa di incomprensioni, non ultima quella che riguarda la valutazione del proprio limite di sopportazione. Eppure, ogni volta che ci penso, se vedo comparire il termine sopportazione mi domando inevitabilmente dove sia andato l'amore vero e profondo, quello che si ricorda sempre nonostante tutto, in qualsiasi occasione. Che davvero la stanchezza possa lasciare che venga rubato dalle frasi della vita? Non riesco a crederlo, mi spiace... Debbo però, come spesso accade, domarmi da sola, ricordando che ciascuno ha il suo punto di vista e che questo è la sua stessa vita, mentre io posso soltanto accalorarmi per l'argomento quando vedo che i marosi tentano di affondare qualcosa di bello. Credere nell'amore sincero e profondo che lega due persone vorrei che fosse sempre il mio bastone magico che mai si piega né si spezza.

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