sabato 14 aprile 2012

Idiomi

Questa parola è solo un sinonimo per indicare le diverse lingue di diversi Paesi. Eppure vorrei usarla per approfondire il concetto della comunicazione in genere, tra persone che parlano una stessa lingua. La prenderei in prestito per sottolineare che molto spesso, pur emettendo gli stessi suoni conosciuti, non ci si capisce. La radice di tutto sta nel fatto che la parola è il mezzo per esprimere il pensiero, non è il pensiero stesso. E la parola, come mezzo espressivo, è fatta di codici vocali riconoscibili e conosciuti in modo comune da chi condivide lo stesso luogo di nascita. Questi suoni, codificanti in modi diversi il pensiero, sono detti lingue. Ma torniamo nell'ambito di uno stesso idioma. Ci si dovrebbe comprendere chiaramente poiché viene stabilito prima il significato da attribuire alle parole, così  da fare riferimento a ciò che si impara, per  rappresentare il concetto o l'oggetto. E' in questo modo che  può avere luogo lo scambio di parole nel senso di dialogo. L'uno esprime qualcosa, l'altro ascolta e risponde, partecipando alla discussione. Qui, però, potrebbe iniziare il problema, qualora, nonostante l'uso della stessa lingua, fosse il pensiero di ciascuno quello su cui porre l'attenzione. Non raramente mi è capitato di assistere a discussioni nelle quali ognuno dei partecipanti, solo apparentemente, dialogava con l'altro, poiché questi seguivano, non un filo comune di pensiero, ma ciascuno seguiva il suo. Strano a dirsi, sembrava che si capissero ma, alla resa dei conti, non era affatto così. Se fosse stato chiesto loro di fare un riassunto del dialogo, citando correttamente cosa volesse esprimere l'altro con le parole usate, non si sarebbe ottenuta una risposta soddisfacente. E questa è sempre la riprova del fatto che, pur credendo di partecipare ad un dialogo, costruiamo e mettiamo in scena solo un monologo. Il più delle volte. Non fraintendetemi, la differenza di pensiero è un punto stimolante per dialogare e insegnarsi cose reciprocamente, ma se ciò che abbiamo dentro è la convinzione che il nostro pensiero vada già bene così com'è, senza passare da un qualche filtro mentale di controllo, per capire se stiamo capendo chi ci sta davanti che ha, come noi, l'intento di esprimersi su di un dato argomento comune, non saremo davvero in grado ci comprendere "l'idioma" altrui. E' il pensiero la radice da cui passa tutto quanto, così non mi meraviglierei nel vedere che, invece, possono intendersi alla perfezione due persone di differenti nazionalità che non conoscono, ciascuno,  nemmeno una parola dell'altra lingua. Tante incomprensioni nascono dal fatto che crediamo di capire, senza interrogarsi, una volta in più, per riassumere ciò che ci è stato affidato mentalmente da chi ci ha parlato. Rielaborare ciò che si pensa di aver capito ha bisogno di conferme, anche quando è chiaro, giusto per non sbagliare. Ma questo non si fa quasi mai, anzi. Quanti non lasciano che l'altra persona finisca la frase perché credono di aver capito tutto già dalle prime parole? Neppure io ne sono immune qualche volta, pur conoscendo il valore del comprendere esattamente le cose in modo inequivocabile. Così mi metto ad osservare chi dialoga nei talk-show, per cercare di capire se si stanno comprendendo e debbo constatare che, il più delle volte, è come stare a guardare dei fili che corrono paralleli tra loro, raramente incrociandosi, ricordando che è nel punto di incrocio di questi fili che nasce la comprensione comune. Tanti scontri verbali per divergenze di opinione, sono il risultato della non consapevolezza che ciascun essere umano ha il suo idioma personale nato e cresciuto con il suo punto di vista. La chiave di tutto, secondo me, è poter comprendere questo, poter capire che, sì, siamo diversi e aventi diritto al proprio punto di vista ma ricordando che, poiché si partecipa in mezzo ad altri, questo non è, né sarà mai, l'unico e universale. Comprendere ciò, però, sconfina nel personale territorio di combattimento contro l'ego che preferisce ascoltare se stesso entro i propri confini, oltre i quali perderebbe di forza e significato. Apparentemente. Ma questa è un'altra storia.

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