domenica 8 aprile 2012

La mia Pasqua

Questa mattina mi sono alzata con l'idea di andare a vedere lo "Scoppio Del Carro", manifestazione tradizionale del giorno di Pasqua qui a Firenze. Il cielo non prometteva sole ma, inizialmente, neppure pioggia. Quando sono arrivata nella piazza dove c'è il Duomo, con un'ora di anticipo sull'evento poiché volevo per una volta assistere se non in prima fila almeno in terza, ha iniziato a piovere. Non avevo scelta, così mi è venuto in mente di rifugiarmi sotto il portico di una chiesa lì vicino. Una volta all'asciutto mi sono detta perché non entrare un attimo. Dentro non c'erano molte persone ma nei minuti successivi ne sono entrate altre perché stava per essere celebrata la Messa. Ecco che mi sono ritrovata entro un qualcosa che non avevo previsto per oggi. Ho deciso di rimanere per la Messa. Mi sono seduta su di una panca delle ultime file, la solita soggezione... Mi sono detta, va bene, proviamo a rilassarci e prendere ciò che c'è stamani. Poi, ascoltando le parole del prete, mi sono trovata a riflettere. Il tema era la Resurrezione e con esso tutto ciò che possiamo trovare simile nella vita di ogni giorno. La "resurrezione", al di là del riferimento religioso, è una rinascita. Quando ha parlato del fatto che le persone che perdiamo rinascono nel nostro cuore mi ha fatto pensare al dolore che c'è sempre quando si perde qualcuno, e lui a questo proposito ha cercato di rassicurare che solo pensando alle cose positive si riesce a ricordare meglio anche chi non c'è più. La mente che si sofferma spesso nel punto di dolore o nel punto di odio, per continuare ad alimentare lo scontro o l'attrito, o tutto ciò che è negativo, è talmente impegnata in questo da non lasciare spazio al potere di ricordare e all'accogliere le cose positive, i ricordi belli, le stesse potenzialità di pace e di rinascita. Ha ragione. Il prete sosteneva nel suo discorso che dovremmo riuscire a fare come fanno i bambini che dopo aver litigato dimenticano entro breve il litigio per continuare a giocare, a divertirsi con il bambino con cui hanno litigato, perché è la vita stessa che continua a suggerire che è possibile questo. Solo da adulti dobbiamo decidere con la mente o con il cuore se smettere di alimentare il negativo, da bambini viene naturale farlo. Non ha torto nel sostenere che è questione di spazio dentro di noi e di scelta di cosa mettere in questo spazio. La rinascita è possibile non solo per chi ha fede e per chi è religioso, è per tutti, basta volerlo e impegnarsi a far sì che si realizzi. Il mio cuore ha ascoltato e ho sentito più prepotentemente quello che provo e il mio onnipresente desiderio di recuperare la voce di una persona alla quale voglio bene, nonostante tutto. Così mi sono trovata, mio malgrado, a piangere in silenzio, da sola, in mezzo a sconosciuti, in penombra in un luogo che non mi è familiare, in un giorno di festa e con il ricordo dell'anno scorso, quando a sorpresa rividi dopo lungo tempo questa persona... Ma la Messa è andata avanti, come accade per ogni cosa inesorabilmente. Quando dovevamo scambiarci un segno di pace, ho provato a girarmi verso le persone dietro di me ma si stavano abbracciando fra loro così ho guardato davanti ma ero troppo distante così ho perso l'attimo per qualsiasi cosa. Solo un ragazzo, da solo in un'altra panca davanti, mi ha fatto un gesto di saluto con la testa che ho ricambiato, ma anche questo mi ha colpito. Chi mi impediva di fare qualche passo verso quelli più distanti? Talvolta faccio così anche nella vita quotidiana, me ne sto lì, non sempre ad aspettare che qualcuno mi venga incontro, ma rimanendo ferma perché mi sento in imbarazzo, anche senza ragione, in una situazione che non so padroneggiare. Scioccamente... Non è facile avere a che fare con se stessi specialmente se lo si desidera per imparare a condurre i passi nella vita di ogni giorno. Si vorrebbe che tutto fosse facile e liscio come l'olio, senza intoppi o beghe varie da affrontare, ma la vita si sa che non è così e se ne ha la riprova in ogni istante. Riuscire ad apprezzare che questo è il substrato che ci accompagnerà sempre talvolta fa venire voglia di desistere. Fa venire voglia di arrendersi, di mandare tutto in un certo posto soprattutto quando ci si sente stanchi. E, questo lo aggiungo io, se la storia di Gesù insegna qualcosa universalmente per chiunque la voglia ascoltare, direi che il riferimento al percorso fatto con la croce sulle spalle sia esemplare e non difficile da comprendere a livello metaforico. Per ricordare che si può andare avanti anche con la consapevolezza che il tipo di salvezza che vorremmo non sempre sarà da qualche parte ad aspettarci. L'accettazione totale di ciò che abbiamo nella misura in cui lo abbiamo è solo ciò che ci fortifica per creare la base su cui costruire una nuova forza che permette di iniziare a modificare quello che crediamo essere il destino. E se anche questo argomento porta con sé mille discussioni, comunque resta vero il fatto che noi stessi possiamo essere il primo punto di partenza per qualsiasi rinascita, amando sempre davvero, con la parte più profonda di noi che si espone anche se arrossisce mettendosi in gioco.

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