venerdì 6 aprile 2012

Volere ma non potere vs potere ma non volere

Le parole sono le stesse ma il significato cambia moltissimo a seconda di come viene costruita la frase. Volere è potere, qualcuno dice, ma questa è, per ora, un'altra storia. Il "non potere" rappresenta l'impedimento esterno che si fa barriera nei confronti del volere. Volere non è la forza di volontà, benché ne abbia in sé come comando ad agire, volere nasce dal desiderare e dalla facoltà di pensare. Non potere fiacca la forza di volontà se non la nutriamo ogni istante mantenendo vivo il fuoco che fa andare. Mille ragioni inducono a combattere anche senza sosta continuando a volere e sicuramente la lotta è molto più dura se qualcosa impedisce l'andare. Cosa vedete voi di qualcuno che vuole ma non può? Se ne doveste fare il ritratto, che colori usereste o, se foste scrittori, come descrivereste queste persone? Io vedo qualcuno che, per un motivo o per un altro, si trova nei panni di un guerriero coraggioso che deve confrontarsi, oltre che con le circostanze, con pensieri e sentimenti che si svegliano e si agitano dentro avendo a che fare con gli ostacoli. Non è facile stare qui, perché la vita richiede di andare comunque avanti nonostante tutto. E in questo "nonostante tutto" c'è quello che serve, posto che lo si veda e lo si accetti, per mantenere viva la forza di volontà. La vita chiede di rivedere le cose in modo da adattare la soluzione cosicché la risposta possa un giorno esistere. Vedo persone che devono mettersi in gioco con tutto ciò che hanno per non soccombere, vedo dunque coinvolgimento pressoché totale. Fare in modo che la vita continui a scorrere nonostante tutto, anche se sembra una banalità dirlo, è voler vivere. Tutto sommato il ritratto è positivo, a mio avviso. Metterei quindi, in questa categoria, tutti coloro che combattono con dignità contro impedimenti fisici permanenti o temporanei che siano, e tutti coloro che hanno ricchezza interiore, idee, qualità e potenzialità ma non hanno denaro per realizzarsi in seno alla società. E non dimentico chi, pur volendo e non potendo, si ritrova un giorno a gettare la spugna per troppo carico. 
Poi c'è il potere. Questo strano stato dell'essere interiore fatto di energia e consapevolezza o, a livello materiale, fatto di forza fisica, nel caso si parlasse della sfera personale, o ancora, l'avere disponibilità di denaro, godendo più o meno di privilegi riconosciuti dal gruppo. In presenza del potere, o di potere, si hanno sempre delle scelte da effettuare, cosa che manca nel caso del volere ma non potere. O meglio, ritengo che le scelte esistano dovunque, anche in quelle situazioni che apparentemente non le permettono. Penso che, mantenendo viva la mente, non dando nulla per scontato, si possano incontrare  spesso situazioni che richiedono una riflessione e, di conseguenza, si debba fare una scelta e molto, in questo punto cruciale, dipende da ciò che crediamo possibile o meno per noi. E' comunque un grande esercizio di volontà scegliere, premesso che si stia ragionando entro un ambito in cui le scelte sono permesse agevolmente. Ammettiamo dunque che non ci siano impedimenti esterni. Dunque l'unico eventuale impedimento dipende dal comando interiore, laddove si esercita il volere tramite la propria forza di volontà. Scegliere cosa si vuole o non si vuole dipende da cosa la vita propone e da cosa noi rispondiamo a questa proposta. Tuttavia potere ma non volere non sempre è cosa negativa. Vedo anche chi ha bisogno di astrarsi dal continuo flusso del mondo o chi conserva parti di se stesso per paura o per lungimiranza. Scegliere di non volere, se ponderato con saggezza e non nascondendovi l'orgoglio ferito, o non si tratti di rivalsa per offese varie o vendette, o non siano tronfi trionfi per suscitare invidia altrui,  comporta un discreto carico di responsabilità. Responsabilità perché in qualche modo non si agevola più lo scorrere di alcune situazioni e spesso ciò conduce ad un cambiamento. Magari così si crea una diramazione che anche in questo caso dovremo valutare per poter operare nuovamente una scelta. Potere ma non volere è talvolta parte di chi ha paura di tuffarsi o di chi crede nel detto che recita così: "chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova". Meglio dunque rimanere entro lo spazio conosciuto tenendo da parte tutte le cose che si hanno e che si sanno, magari usandone solo una minima parte. Anche questa è una scelta sebbene qualcuno possa dire che è colpa della paura se i passi si fermano. E se vi ritrovate in questa categoria, pensate qualche volta ai combattenti di chi vuole ma non può, per comprendere parte del coraggio dell'andare, per usare ciò che siete, per valorizzare ciò che avete dentro, prima ancora di impiegare o considerare ciò che avete materialmente dalla vita. E non importa se vi fermate un turno, anche se la vita non è un gioco, purché poi possiate proseguire senza pentirvi per non aver voluto potendo. 

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