domenica 4 settembre 2011

Percezioni olfattive

Oggi piove e la pioggia cade sull'asfalto consumato e sporco. Ci sono già molte foglie secche cadute. L'estate sta lasciando il posto all'autunno e in questo suo tramonto fatto di calore residuo si mescolano oggi odori che non sono abituata a sentire. Qui l'aria in città non è vera aria, ciò che si respira è qualcosa che ci sommerge e ci avvolge come l'afa di questi giorni variabili. Il ricordo del profumo della freschezza dell'aria svanisce quasi nella memoria per ripresentarsi raramente, qui tra le case, in qualche breve giornata fredda invernale, o a primavera, dopo un acquazzone che pulisce tutto e porta via con sé la sensazione stessa del grigiore che sovrasta la città. Non mi piace la città per questo ma ci vivo lo stesso, non ho altro luogo dove andare. Il viale alberato lungo la via vicino a dove abito è un susseguirsi di platani dal tronco variegato in più opzioni mimetiche, esattamente come le divise dei soldati. Le loro foglie cadute e impregnate d'acqua col calore ribollono ed emanano un odore che io trovo sgradevole. In mezzo a tutto questo si mescolano gli odori del fiume limaccioso, di escrementi animali e lo smog. Se mi concedessi di desiderare il profumo dei boschi non mi sorprenderei se scomparissi all'istante per riapparire là dove vorrei poter respirare aria migliore di questa. Ma tengo duro perché non si sa mai che  qualcuno, un giorno, che dirige le vite altrui con decisioni alle quali non possiamo ribellarci, si renda conto che inquinare meno l'aria è nell'interesse di ogni essere vivente. Non so bene che odore abbia la pioggia da sola, sebbene l'acqua sia inodore per natura, ma la pioggia è differente, non è solo acqua, è un elisir per la parte più sottile dei sensi. Attraversando una piazza sotto lo scroscio di pioggia ho potuto vedere oggi uno squarcio nel cielo da dove sbucava il sole che illuminava le gocce cadenti. Luce liquida,  non solo, e non più, pioggia per qualche momento irripetibile. Poche persone con l'ombrello e qualcuno senza. Nei pressi solo il mio profumo misto all'odore della pelle e qualche goccia di sudore. Poi la stazione e l'autobus. Altri profumi su pelli differenti e odori umani. Questa strana aria carica di umidità sembrava voler rubare ogni emanazione appena allontanatasi dai corpi in attesa di un mezzo per varie destinazioni, per assaporarle senza fretta e mischiarsi in loro, quasi a voler diventare una massa vivente costituita dai mille diversi profumi artificiali e naturali. Gocce d'acqua sui piedi e sulle braccia a causa dell'ombrello troppo piccolo. Sensazione di fresco che riappacifica dopo la pressione dell'afa. Sull'autobus ogni odore si amplifica anche se rimane sospeso nell'aria condizionata. Lo sconosciuto accanto a me sapeva di cuoio affumicato di incenso. Altri più lontani con altri profumi accentuati dal calore del corpo. Qualcuno più gradevole di altri. E me stessa. Anni fa avrei trovato tutto questo sgradevole perché ogni persona col suo odore mi faceva sentire mio malgrado tutta la realtà dell'essere molto materiali e non mi sentivo a mio agio con questa consapevolezza. Col tempo si sono modificate in me delle cose, certi pensieri si sono trasformati e, attingendo alla loro potenziale plasticità, si sono integrati con altre consapevolezze ed emozioni. Fa parte della natura animale emanare odori, che siano gradevoli o meno dipende da vari fattori, la cura di noi stessi su questo fronte e la percezione altrui con conseguente giudizio dovuto a gusto personale. Il proprio odore personale è un profumo speciale che ci contraddistingue gli uni dagli altri e nella memoria inconscia di ciascuno vengono registrate queste informazioni non verbali. Così l'altro, specialmente se vi siamo sentimentalmente legati, avrà per noi un carattere distintivo in più. Riconosceremmo quel profumo fra mille e se tutto svanisse e gli occhi non riuscissero a richiamare alla mente un'immagine, la memoria olfattiva ne verrebbe in soccorso e avremmo ancora ben viva la percezione di quella specifica persona. E questo vale anche per i luoghi, per gli oggetti, per le situazioni. C'è tutto un mondo che passa attraverso le narici e i suoi specifici sensori, ecco perché rendermi conto che quest'aria viziata che aleggia sulla città e che abbatte ogni potere olfattivo mi fa malinconia. Penso a tutte le informazioni perdute perché appiccicate alle polveri sottili perdono la loro forza naturale. E che meraviglia quel rarissimo giorno in cui da qui, nell'entroterra, sono riuscita a sentire il profumo del mare, una mattina presto, in favore di vento dall'ovest, prima che le macchine si svegliassero, prima che gli esseri umani le svegliassero.

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