venerdì 16 settembre 2011

Salvare un piccolo insetto alato in difficoltà

Più di una volta mi è capitato di accendere la luce nel bagno e di trovare nel lavandino qualche piccolo insetto alato. Qualcuno, svolazzando, si era avvicinato troppo al residuo di una goccia d'acqua così, in più di un'occasione, mi è sembrato giusto aiutarlo. Non ho tenuto il conto, purtroppo, di tutti quelli che non ce l'hanno fatta perché non sono riuscita a farli uscire incolumi dal lavandino. Per qualcun altro confesso di essere responsabile della loro dipartita durante le operazioni di salvataggio. Spero di non avervi fatto spalancare tanto d'occhi per questa mia attività. Sappiate che da ciò ho tratto un insegnamento importante. Le prime volte, impiegavo un po' troppo tempo prima di intervenire, perché non sapevo come farlo nel modo migliore, sentendomi spinta dalla percezione di trovarmi di fronte un'ingiustizia e la mia mole, migliaia di volte maggiore rispetto a quella dell'insetto, mi rendeva ogni gesto maldestro. La mia ribellione al loro destino mi faceva agire con disattenzione. Poi, ogni volta che si ripresentava la stessa scena di difficoltà, sapevo che non dovevo avere fretta né usare tutta la forza che avevo per fornire il mio aiuto. Per questo tipo di salvataggio servono fermezza, decisione, agilità, della carta non troppo sottile ma morbida, attenzione e soprattutto controllo impeccabile per evitare che il peso stesso della mano schiacci quella vita in difficoltà. E' un'operazione che richiede pazienza e un sentimento di amore nei confronti di una vita che non sa ciò che accade. Non si riesce facilmente a rendersi conto della loro fragilità estrema e, come ho già detto, purtroppo molti sono morti così, con le ali disfatte da un velo impalpabile d'acqua. Ogni volta che mi sono cimentata in questa operazione ho messo me stessa su di una pista parallela e ho confrontato il mio modo di affrontare situazioni che richiedevano la medesima attenzione nei confronti di qualcuno o di qualcosa di fragile. Mi sono resa conto di non avere abbastanza attenzione per offrire cura in entrambi i casi. Il comando all'azione, infatti, era agire in fretta con la conseguenza di non essere fluida nel movimento e ottenendo il peggiore degli effetti che in realtà non si vorrebbe mai ottenere, sbagliare grossolanamente essendo, in quel momento, irrimediabilmente maldestri. C'è sempre la vita in gioco, in ogni frangente dell'esistenza, in special modo quando ci si avvicina a qualcuno per amore. Le dimensioni non contano se si riesce a comprendere quale sia il vero nocciolo della questione, che la vita è vita comunque e scorre in quelli che sono definiti esseri viventi. E questo requisito lo hanno sia gli uomini che i moscerini. Ho chiesto scusa all'aria mentre vedevo il risultato del mio errore nel tentativo scomposto di salvare quella piccola vita lì, immobile sulla ceramica bianca. Mi dispiace. La volta successiva ho messo più attenzione e ho capito come fare. In parallelo a tutto questo c'è sempre stato uno sguardo alla mia vita. Ho pensato che nei rapporti con le persone non ci si dovrebbe adagiare sul fatto che se si sbaglia si può avere anche una seconda occasione o anche una terza, si dovrebbe condurre se stessi in mezzo agli altri con più cura, mettendo in conto che potrebbe non esserci data una seconda occasione. Per salvare un insetto non ci sono seconde opportunità per agire. Non so se riesco a farvi capire tutta l'importanza di questo pensiero. Qui il cuore è in gioco perché si sa che questo essere è fragile e inconsapevole e il sentimento si concentra nella volontà di agire, che sia compassione non conta perché, se si vuol salvarlo, si sa che non si deve sbagliare. Tornando ancora una volta alla dimensione normale mi ricordo di tutte le volte che sono stata superficiale, accontentandomi di considerare solo alcuni fattori, e non il tutto, prima di  permettermi di intervenire, ma sono intervenuta lo stesso e ho fatto danno. O forse, se riesco a perdonarmi, potrei correggere questa affermazione con una diversa che suoni così: le cose sono andate come sono andate e anche da questo ramo sono comunque spuntati dei germogli, ossia semplicemente le conseguenze di una azione compiuta. Però, qualche volta, quando guardo, anche se comprendo che la strada è comunque lo stesso una strada, indipendentemente dal modo nel quale si forma, penso che quel dato errore si sarebbe potuto evitare. E la memoria torna ai piccoli insetti dalle ali trasparenti, come metafora del modo che ho per seguire il mio desiderio di intervenire quando una corda vibra nel cuore. Sono potenzialmente esagerata per nascita, mi viene da dire così, ma ciò che ho trovato sulla mia strada mi ha insegnato, e mi sta ancora insegnando, a muovermi con maggiore delicatezza così, adesso, se vedo uno di questi insetti in reale difficoltà, riesco a salvarlo, se le sue ali non sono troppo compromesse e, in altri casi, lasciandolo volare anche rasente il velo appiccicoso d'acqua, fermandomi un attimo prima di intervenire, mi scopro a meravigliarmi che lui riesca a scamparla da solo, e sorrido contemplando la sua abilità.

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