sabato 3 settembre 2011

Seconda bellezza

E' un po' di tempo che ci penso mentre mi osservo nello specchio. Mi guardo e confronto ciò che vedo con il ricordo della mia data di nascita. E ciò che vedo non corrisponde a come mi sento dentro, esteticamente parlando. Più o meno è sempre stato così però adesso l'età ha una voce più profonda e meno flebile, quindi non posso esimermi dall'ascoltarla almeno un pochino. In me, nell'oggi, vedo la confluenza del passato e l'ipotesi del futuro. Del passato conosco bene ogni aspetto, cosa e come si è modificato nell'aspetto fisico. Ricordo la consistenza della mia pelle di quando ero bambina, ricordo la pubertà e le modificazioni dovute agli ormoni, ricordo l'acne e il suo estinguersi negli anni. Ricordo la sensazione di stare in un corpo sovrappeso e tutto ciò che ha comportato essere grassa quando gli altri bambini erano magri. I continui confronti abbattevano l'autostima di ragazzina che voleva comunque socializzare e piacere. Ma questa strada non è stata la mia, mi riferisco al socializzare e al piacere agli altri. Chi si guarda intorno fermandosi alla superficie, che lo faccia per cattiveria o per inconsapevolezza della possibilità di guardare oltre, non cambia il risultato che è lo scansare il soggetto che mostra una forma che non rientra nella norma, se così ci si vuole esprimere. Questo mi ha insegnato delle cose. Gli anni sono passati ed esteticamente sono stati presenti i chili di troppo. Troppo di qua, troppo di là, pelle sottile e troppo chiara. Oggi ho dovuto mettere insieme tutti questi troppo, che sono ancora qui con me, per pensare al futuro usando il presente. Ciò richiede impegno e volontà. E se non pensassi a me in un'ottica comunque positiva questo impegno si infrangerebbe. Vedo l'effetto del tempo sul fisico, lo vedo bene, anche se l'immagine di me che ho dentro è composta dal peso giusto, dalle forme giuste, dal colore dei capelli sempre perfetto, elasticità di tutto il corpo compresa, ma questo mi fa guardare all'abito di carne, che ho in dotazione da quando sono nata, con uno spiraglio di dolcezza. Lo ammetto, ancora cammino sul filo che mi fa oscillare tra il dovermi arrendere all'evidenza che non sono più come vent'anni fa e l'accettare di buon grado il presente che mi contraddistingue, però c'è buona speranza di passare questa soglia in armonia. Credo nelle lunghe camminate e nella sana alimentazione per mantenere bene il corpo, molto meno ad altri rimedi. Così un giorno mi è venuto in mente che avere quasi quarant'anni è come l'alba di una nuova bellezza, una diversa forma, un diverso movimento, una seconda bellezza, dove per bellezza non si intende quella canonica e condivisibile, nonché deducibile dall'unanime parere di molti, ma una bellezza peculiare per ciascun individuo, e che risplenda maggiormente se chi la vive è consapevole di ogni difetto o disarmonia e accetta ciò che è col sorriso nell'anima, prima ancora che sul volto.

Nessun commento:

Posta un commento