mercoledì 21 settembre 2011

Visualizzazione come essenza della comunicazione

Tutte le attività che richiedono l'utilizzo della comunicazione per ottenere comprensione di concetti fanno uso della parola, sia in forma scritta che in forma verbale. Oggi stavo riflettendo sul potere della poesia e quanto essa sia efficace come contenitore di conoscenza, se le parole che le danno vita ricreano immagini. Sono stata lettrice e autrice di poesia. Quando leggo poesie, se queste non riescono ad avvolgermi con immagini o con dei colori associati a sensazioni, ma sono solo parole che non si legano efficacemente le une alle altre, non riesco a sentirne il messaggio. Non credo che per tutti sia la stessa cosa, non tutti abbiamo bisogno di vedere immagini per capire i concetti ad esse associati, magari per qualcuno è vero l'esatto contrario, e solo le parole che non fanno visualizzare qualcosa riescono a far loro comprendere l'essenza del componimento. Io credo però che l'immagine sia un veicolo molto più immediato per comunicare. Se non stiamo usando matite o pennelli, per dare agli altri i nostri pensieri, ma stiamo usando parole articolate in frasi, ciò che scriviamo dovrebbe far vedere tutte le cose invisibili che sono dentro di noi e si dovrebbe, dove possibile, creare una forma il più concreta possibile e riutilizzabile dal lettore. Chi legge, dunque, dovrebbe poter beneficiare di una poesia o di una qualsiasi cosa scritta come una sorta di specchio. Ci sono molte più cose comuni a tutti dentro ciascuno di quanto si possa pensare, seppure ognuna di queste si mostri con una differente sfumatura che dipende da come siamo o da cosa sappiamo fin nell'istante presente considerato. Riuscire a far vedere ciò che sto pensando a qualcun altro, in modo semplice e diretto come tramite un'immagine, è una conquista, almeno per quanto mi riguarda. Tutto questo posto il fatto che a qualcuno interessi vedere i pensieri più comuni dipinti con sfumature personali profonde. Scrivere tramite poesia, in parte, facilita questo compito perché in genere la brevità del componimento spinge alla sintesi e la sintesi rimanda spesso alla creazione di un'immagine metaforica. Questo tipo di immagine creata con le parole è come un'abile mano che sceglie e raccoglie nel profondo guizzi e veli di emozioni, frammenti di pensieri impalpabili che vibrano di ombre o luci, e li porta più su, e li adagia sul piano della conoscenza diretta, poco distante dalla fucina dei sentimenti, poi li lascia lì per un po', per il tempo necessario a raccogliere altri frammenti, gocce e fruscii, che altrettanto abilmente va cercando nell'anima dei passanti. E quando ogni componente è stato radunato, l'abile mano, col suo calore, li fonde assieme e li conduce in quella parte della mente umana che abbraccia non soltanto la testa con tutti suoi sensi attivi ma anche il cuore. E nel cuore c'è un'ampolla dove si distilla goccia a goccia ogni parola che nasce con sincerità da questa amalgama del tutto, esterno e interno, e da qui partono due fili sottili, uno che porta direttamente alla lingua e uno che percorre il braccio fino alle mani per terminare nell'estremità di esse. E' così che un poeta scrive forgiando immagini per nutrire la mente del lettore.

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