venerdì 30 settembre 2011

"Com'è bella la sposa!"

Un pensiero, un commento, un sorriso dentro. Lo confesso, sono una di quelle donne che piangono ai matrimoni, scusate, ma l'emozione mi avvolge come un tulle ricamato. Quando mi capita mi meraviglio della mia reazione ma rimando la domanda con annessa riflessione a dopo le lacrime. A mente fredda mi verrebbe da dire che è una sciocchezza commuovermi così senza un perché, solo sull'onda dell'emozione. E' dunque scoprire la scintilla di nascita di questa emozione quello di cui avrei bisogno per comprendere il perché, anche se credo sia meglio vivere un'emozione pienamente senza vergognarsene e, magari, senza scavare troppo e tutto questo perché si tratta di un'esperienza vivificante. Talvolta succede, ricercando il perché di come ci si sente, di smettere di emozionarsi, come se la meraviglia di un istante magico scomparisse appena sfiorata dalla mente ragionante. In certi casi vorrei potermi fermare un attimo prima per l'avidità di continuare a vivere quella data emozione, invece di iniziare a interrogarmi sul perché e percome. Quando ti batte il cuore per qualcuno, per esempio, manderesti volentieri la mente a fare un bel giro lungo lungo; è scomoda una mente che si chiede il motivo per cui il cuore ama. Scusa mente, ma non è il momento, quindi preferisco vivermi tutto quel che sento anche se il trucco si scioglie sotto lo scivolare silenzioso delle lacrime. E la sposa è davvero bella perché si sente bene in quel momento, perché è piena di sentimento e di speranza. Per molte donne sposarsi è un sogno che si realizza. E il sogno è articolato in molti sentimenti e desideri, è simbolo di un inizio laddove il dialogo con chi si ama dovrebbe diventare esclusivo, circondato dalla pace di chi si riposa dopo aver cercato con molte delle sue forze un compagno per la vita e sa che può finalmente iniziare a viverla. Una certezza. Criticabile, come ogni altra cosa sulla faccia della terra ma, mettendosi nei panni della sposa, ogni critica si sgretola senza traccia. Parlo da donna poiché non so il pensiero profondo di un uomo in merito al matrimonio. Anche dello sposo, però, potrei dire, vedendolo vestito elegante per la cerimonia, che è bellissimo. Da osservatrice, magari sbagliandomi, aggiungerei a tutto ciò che, anche se le sfumature sono molte, l'essenza è praticamente una. E questa essenza è un qualcosa alla quale diamo, o tentiamo di dare, infiniti nomi e definizioni, dimenticando la cosa più importante, che si tratta di un'emozione vitale che ha una piccola parte nell'inconscio di retaggio animale, una discreta parte esplicabile a parole, mentre quello che resta è fatto di  tutto ciò che non si può dire ma solo sentire, e interpretare, inteso come vivere pienamente senza lasciare spazi vuoti nei quali la mente potrebbe insinuarsi per trovare mille cavilli, scuse, alibi, paure per darla vinta a quella parte di noi che non vorrebbe mai prendere in mano se stessa con tutto il coraggio e la lealtà per affrontare un passo importante per la crescita umana. E questo passo importante non è il matrimonio come istituzione, secondo me, è, invece, il fare spazio in noi a qualcun'altro che non è noi, un po' come liberarsi di brandelli di orgoglio vecchio e logoro per troppo uso, per permettere alla persona che abbiamo accanto di condividere la nostra vita e il nostro cuore. Il matrimonio è solo una cerimonia, al di là dei vincoli legali che comporta, in cui si accetta pubblicamente la consapevolezza di compiere questo passo. Questo è il mio pensiero. E la sposa è davvero bella, perché risplende nel suo abito, e sarebbe così anche se indossasse degli stracci, perché è il suo cuore a risplendere. E' un giorno che ne vale mille come promessa di fedeltà e, se dovessi augurare qualcosa agli sposi, direi loro di concentrare parte delle loro forze sulla conoscenza reciproca ad un livello profondo, come quando i loro corpi sono pelle a pelle, perché anche i cuori e le anime dovrebbero poter essere così, per sperimentare l'amore in tutti i suoi aspetti. E di non trascurare di conoscere ogni giorno un po' meglio loro stessi, per non arenarsi nelle difficoltà più banali che potrebbero assumere la forma di scogli insormontabili, per non scontrarsi senza reale motivo, per non smettere mai di parlare e di comunicare, per scoprire i propri punti deboli  trasformandoli insieme in punti di forza, per accettare reciprocamente l'esistenza di momenti di silenzio con la certezza che comunque non saranno motivo di separazione, per camminare insieme l'uno accanto all'altro. Non so quali promesse e sogni condividano gli sposi ma scommetterei sui loro cuori anche se per alcuni le cose poi non vanno. Se quel giorno la sposa fosse radiosa e lo sposo mostrasse la sua anima nella luce degli occhi, direi loro di non perdere di vista il loro cuore e il loro attimo prezioso nella promessa che si stanno facendo, per tornare lì ogni volta che serve, nei momenti difficili, per rammentare tutto ciò che sono come la pienezza che si sperimenta il giorno in cui ci si rende conto di amare.

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