giovedì 14 luglio 2011

La scomoda posizione del Principe Azzurro

Questa sera vorrei dedicare questo post al giovane uomo che oggi mi ha detto che il Principe Azzurro, nella vita reale, non esiste. Ne sono al corrente, e proverò a spiegare come sono arrivata a questa consapevolezza. Vorrei fare, però, una premessa per tutti coloro che collegano il romanticismo al pensiero di trovare un personaggio ideale anche nella vita ordinaria. Non so come il resto del mondo codifica il concetto di romanticismo, se non per sommi capi, infatti, elaborando il mio, ho sempre pensato che avere dentro una dose di dolcezza, che fa allentare quando necessario e fa vedere con luce priva di ombre forti le situazioni o le persone, che fa magari preferire la musica soft, in alcuni momenti in cui lo stato d'animo lo richiede, sia un modo di essere e di sentirsi, che naturalmente altri definiscono, per comodità e necessità di dettagli, "romanticismo". Forse con questa parola si intendono moltissime altre cose che non so, ma non è questo il post nel quale voglio discuterne. Per il momento preferisco concentrarmi su questa figura maschile nata con le favole, il Principe Azzurro. Egli, tra le righe che gli appartengono, tra pagine di storie create anche per fare stare bene con un lieto fine, incarna l'essere che può sconfiggere sortilegi e salvare la dama di turno. La sorte gli dona forza e coraggio che non vengono mai meno mentre questo, nella realtà quotidiana, è frutto di lunga lotta e volontà tra mille cadute, errori stupidi e strade imboccate alla cieca, che si scoprono poi essere senza uscita e che necessitano di un famoso ritorno sui propri passi. Possibile. Da donna, posso dire che il pensiero di avere a fianco un uomo che sentiamo abbastanza robusto da sorreggerci in caso di bisogno è un sentimento molto radicato, forse perché, trovandoci nel mondo di tutti i giorni a dover combattere come gli uomini più forti, sentiamo dentro una voce mai spenta che ci vuole meno dure nell'andare, semplicemente per riprenderci parte della nostra innata predisposizione alla morbidezza, se mi passate la parola. Ci ritroviamo a pensare con gli occhi velati di rosa, o cerchiamo la favola, l'illusione se volete, perché la realtà è ostile per tutti quanti, uomini e donne. Solo che l'uomo, a questo punto, si sente caricato di un fardello eccessivo, ossia le aspettative della donna che lo vorrebbe Principe Azzurro. E' dunque vero, R., che il suddetto principe non esiste perché è naturale, avendo gli occhi e una certa dose di buon senso, capire che nella vita quotidiana ci sono troppe questioni da risolvere, da conoscere, da vivere, affamati come siamo tutti quanti, chi più chi meno, di vita. A volte sento chiedere da intervistatori su carta stampata o televisione "com'è il tuo uomo/donna ideale?" Ogni volta scuoto la testa perché credo che se ci mettiamo davanti agli occhi l'immagine che ci siamo formati avendola costruita a pezzi, con capelli in un dato modo o occhi in un altro , o mani così, o con una certa posizione sociale, o per età, o altezza, si finisce per non vedere chi realmente abbiamo davanti o accanto, e il tempo poi passa per tutti. Per qualcuno può ben essere un pretesto inizialmente utile per andare nel mondo e cercare qualcuno, anche se poi la vita mette sulla strada quel che decide lei. Per questo motivo non ho mai immaginato nessuno e ho combattuto per far capire questo punto di vista. Ho incontrato qualcuno, un giorno, e gli occhi non hanno contato più nulla, perché il cuore ha preso il sopravvento. Difficile da spiegare e sempre frainteso, ma non importa... Ho lottato dei giorni interi la volta che è accaduto perché non mi capacitavo del fatto che proprio quella persona mi "piacesse" così tanto, scavando così nel mio essere più profondo, fino ad arrivare al cuore, per rimanerci e non andarsene più nonostante tutto, nonostante il tempo, nonostante il rifiuto (che è cosa che può accadere). Chiunque riesca a toccare corde così profonde in un altro essere vivente fa 'sì che venga spazzata via l'immagine illusoria, perché vedi bene molte cose, anche se ce ne sono una quantità infinitamente più grande da conoscere attraverso la vita quotidiana. Chi è fortunato da essere ricambiato, o chi riesce a comprendere senza fraintendere questo sentimento in chi lo prova, credo possa capire quanto sia speciale la vita. Accettarlo o meno dipende dai singoli casi, ma non è questa la sede per discuterne. Però vorrei che fosse chiaro, in chi ascolta parlare queste persone che sentono tanto il loro cuore, che a questo punto la favola sbiadisce perché la realtà, con tutte le sue sfumature e conquiste giornaliere, o sconfitte -perché no, ci sono anche loro- è più vivida e ricca di esperienza. La favola alla lunga stanca perché serve soltanto a tranquillizzare, a far sperare ancora che certe cose siano possibili in questo strano mondo difficile da vivere. La favola è come un antidolorifico momentaneo, altrimenti sarebbe una droga pesante che non permette più di svegliarsi. Quindi il Principe Azzurro si trova in una posizione assai scomoda tra la sua casa di nascita, la favola, e la realtà dove qualcuno pensa sia possibile trapiantarlo. E credetemi, uomini, siete meravigliosi anche così come siete, con le vostre debolezze, con i vostri sorrisi, con le vostre paure, perché in fondo siamo fatti per stare tutti quanti insieme e imparare a collaborare distribuendo i vari compiti a chi, in quel momento, può assolverli nel modo migliore. Giocare con i ruoli è bello quanto la favola ma la realtà è fatta di cuore e di cura reciproca. Io ho lasciato che fosse il mio cuore a guardare per me e mi farà sempre vedere e accettare l'evolversi di chi amo durante il corso della vita, anche se tutto questo nel mio caso va a vuoto. Non ho più paura né fastidio a difendere il mio punto di vista, ma non devo più a nessuno spiegazioni su quello che provo e so bene che il Principe Azzurro preferisce le vecchie pagine ingiallite dal tempo piuttosto che una vita effimera a contatto con la realtà.
La canzone di Max Pezzali, "Io ci Sarò", mi piace molto proprio perché esprime ciò che penso in merito a questo argomento. E forse, perché no, soddisfa parte del mio romanticismo, laddove la speranza non muore mai. E' bello crederci, anche se vedo altrettanto bene la realtà. R.B.Between

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