lunedì 11 luglio 2011

To feel

In inglese questo verbo si traduce con sentire, avvertire (fisicamente), percepire, essere sensibile a qualcosa, rendersi conto o accorgersi di qualcosa, sentirsi in qualche modo o sentire di essere in grado di fare qualcosa. Mi è sempre piaciuta l'incisività e l'immediatezza di questa piccola parola che ha grande significato. Tramite questa sola parola si riesce a esprimere un concetto particolare e profondo che, in italiano, non è altrettanto facile da comunicare con la stessa immediatezza. Questo tipo di "percepire", to feel, mi racconta subito che nella percezione c'è una componente legata quasi indissolubilmente alla sensazione materica (prendo in prestito dall'arte questa definizione). La percezione in buona parte lo è per il suo aspetto di catturare qualcosa che prima è distante e poi diventa vicino, perché entra dentro di noi tramite la comprensione, come se si realizzasse, laddove realizzazione significa materializzazione, cosa che da evanescente diviene tangibile, se così posso dire. Spero di riuscire ad esprimermi bene. La sensazione che ricavo dal processo di percezione è come se da qualche parte di me emanassi delle dita sottilissime, estremamente sensibili, che vanno a toccare o a sfiorare soltanto le cose che voglio conoscere. Questo nella lingua italiana ha bisogno di una frase intera per essere espresso, mentre dicendo "I feel", nella mia mente, ho già tutta l'informazione che mi serve. Questo è solo un mio pensiero e aiuta ad esprimermi quando voglio dire cosa sento. Per me sentire qualcosa è sempre stato un percepire quasi fisicamente le cose. Non saprei come altro definire questo processo. Non sento le cose solo con la mente, la mente integra soltanto le informazioni che immagazzina, le elabora, ma non ci mette quella specie di anima che rende la percezione vitale e reale. Il cuore forse si avvicina a questo sentire, ma in realtà è la pancia quella che sente davvero le cose come se avesse un senso speciale molto simile al tatto. E' da qui che nascono le dita sottilissime, forse solo immaginarie, ma ben capaci di far percepire ogni cosa con più realismo di quanto di solito si è abituati a pensare. Sentire le cose con intensità è un bisogno profondo, anche se forse non è vero per tutti che sia così, e credo anche che sia intimamente legato a quella  passione che ci spinge ad andare incontro alle situazioni e a cercare di realizzare i nostri sogni. Percepire le cose come se avessimo a disposizione una visione 3D si avvicina molto al mio concetto di sentire, in veste di to feel. E' un concetto sintetico che per essere compreso davvero deve essere sentito dentro: to feel. Anche se non conosco bene l'inglese, quando dentro di me ho bisogno di sintetizzare in modo ottimale quello che sento, prendo in prestito questo verbo e comprendo meglio le cose. To feel mi permette di raggiungere l'immagine più adatta al concetto del sentirmi in qualche modo come se, usando questa parola al posto di quella nella mia lingua, potessi sentire ancora di più ciò che sto sentendo, come se potessi interpretarlo, viverlo, invece che cucirmelo addosso solo superficialmente. La differenza è nel "sentire" dentro in modo vivo. I'm feeling well. Significa che mi sto sentendo bene dal punto di vista della salute, e infatti, nonostante giorni non bellissimi, oggi mi sento bene in questo senso.

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