martedì 1 novembre 2011

Anthony Kiedis. Leggendo "Scar Tissue" ed ascoltando qualche cd dei Red Hot Chili Peppers

Il primo di novembre è il suo compleanno.
Come molte cose, quelle che accadono per caso, spesso regalano qualcosa di particolare e di significativo. Non molto tempo fa sono entrata il libreria alla ricerca di un volume che raccogliesse i testi delle canzoni dei RHCP, dato che la mia ignoranza della lingua inglese e una forte curiosità si erano messe insieme per spingermi a cercare un lume per soddisfare il mio desiderio di conoscenza. Non mi bastava più ascoltare la musica e il ritmo, volevo una completezza maggiore, così mi recai in libreria. Non trovai il volume dei testi delle loro canzoni tradotte in italiano, trovai un volumetto un po' nascosto firmato Anthony Kiedis, la sua autobiografia. Mi sembrò interessante anche se non era ciò che stavo cercando. Iniziai a leggere, dovendo smettere ogni tanto per mangiare, dormire e svolgere i miei compiti quotidiani. Non mi riusciva di smettere di leggere. Ogni sua vivida memoria del passato trascorso è una storia intensa di una vita altrettanto intensa. Uscì nel 2004. Quando ho finito di leggere, essendo adesso nel 2011, avrei voluto sapere il resto, ma va bene così. Ti sorrido Swan, mentre ti ringrazio per aver raccontato la tua storia. Per gestire nell'animo ciò che ha da dire Anthony Kiedis serve una cosa particolare in chi ascolta, serve che la mente non sia limitata da confini o convenzioni, serve tutta l'attenzione di chi mette anche il suo cuore nell'ascolto perché la storia non deve essere giudicata in alcun modo, poiché viene mostrato un ritratto puro e indiscutibile di un percorso di un essere umano che ha vissuto sulla sua pelle la carezza mortale della dipendenza da droga. Quello che mi ha conquistata è proprio questa cristallina sincerità ed in ciò posso imparare delle cose. Ti ascolto dunque perché fai parlare ciò che sei, che sei stato, con la forza del proposito di guardare ancora avanti, nonostante tutto, combattendo la debolezza che fa ricadere giù, per necessità, per stupidità, comunque sia, ho visto, tra le righe affidate alla stampa, un guerriero vero. Così, con nella mente i tuoi racconti ho voluto sentire di più la tua musica, anzi, la vostra musica, perché i Red Hot Chili Peppers sono un gruppo. Il cantante di un gruppo viene definito il leader ma credo che, in questo caso, non ci sia un leader perché gli amici che collaborano, per far nascere dal loro animo e dal loro cuore la musica che li accomuna, sono un unico organismo vibrante. E i RHCP sono questo, tutti insieme, qualche volta di più, qualche volta di meno, ma sempre insieme. Sto ancora ascoltando e spazio tra i primi dischi fino all'ultimo uscito, nell'agosto di quest'anno, per ritrovare i momenti che hai raccontato, le cose che scrivevi per fissare ciò che ti piaceva o ti colpiva, ciò che veniva dalla parte più vera di te, la tua sincerità di scrittore. Folle poeta, sobrio, fatto, felice, triste, colpito dalla morte degli amici, divertente, dai contenuti espliciti, innamorato, esibizionista, dovendo riassumere direi "grande", con la voce che indugia qualche secondo con ammirazione sulla vocale a, come direbbe un bambino davanti a qualcosa che lo incanta. Ho dunque messo nella lista dei miei amici libri, qui sul blog, "Scar Tissue" perché credo che sia una lettura interessante per come racconta il suo problema di fondo, questo ritmo scandito negli anni, per ciò che può essere imparato, perché anche lui lo ha imparato. Dunque, oggi, più che una fan, mi sento un essere umano che ne vede un altro al quale non si può non riconoscere una sorta di marcia in più, con la quale va avanti, lavorando e mostrando se stesso, evolvendosi, ed è così che posso augurare buon compleanno ad Anthony Kiedis, da essere umano.

"Ero a casa da solo e c'era la luna piena. Stavo scrivendo le canzoni per "By The Way", andava tutto bene e mi sentivo ispirato. Feci una passeggiata fuori, la notte era serena, potevo vedere le invitanti luci della città.
E fui pronto per gettare di nuovo via tutto ancora una volta. Riempii il mio zainetto per il fine settimana, lasciai un biglietto alla mia assistente perché si prendesse cura di Buster. Presi le chiavi della macchina e uscii di casa. Arrivai al portico, guardai la luna, la città, la mia macchina, il mio zainetto e pensai: "Non posso farlo. Non posso buttare tutto ancora una volta" e tornai dentro. 
In passato, quando scattavano questi meccanismi, nulla, inondazioni, terremoti, carestie, locuste, nulla mi avrebbe fermato dalle mie ripugnanti baldorie. Ma ora avevo provato a me stesso che potevo convivere con l'ossessione fino a che non se ne andava."
Anthony Kiedis "Scar Tissue"



2 commenti:

  1. Fantastico..veramente emozionante!!!Io sono una grande fan dei rhcp ....quando ho iniziato a leggere il libro è stata un'avventura,ogni momento libero era una gioia ...ho impiegato 2giorni ...quando ho finito mi è pure dispiaciuto!Magari farà anche il seguito ;-)

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