martedì 15 novembre 2011

La scelta del punto di partenza

Qualche tempo fa ho fatto delle illustrazioni per un volume che pubblicizzava alberghi e centri benessere. Mi erano stati chiesti dei disegni all'acquerello che dovevano mostrare i simboli di alcune città italiane, i colori però dovevano essere vivi per poter reggere la stampa e dovevano essere come semplici schizzi, ma esaurienti nei dettagli. Fortunatamente avevo dei particolari acquerelli di quando andavo al liceo, aventi la caratteristica di essere meno trasparenti dei normali acquerelli da artisti come se ne trovano oggi in commercio, quindi perfetti per l'impatto e la definizione del colore. La misura del foglio, un A4. Su questi fogli bianchi dovevo fare il disegno senza alcuna traccia di matita sotto. Dovevo partire dal nulla e non potevo sbagliare poiché non avevo tempo per permettermelo. Quindi, dovendo affrontare questo lavoro, mi sono trovata a confrontarmi con la ricerca di una soluzione efficace. Questa soluzione per me è stata scoprire che se si sceglie bene il punto di partenza tutto il resto del disegno viene da sé. La prima pennellata è quella che ti dà, in questo caso senza un disegno come traccia, la proporzione, una specie di prima pietra su cui puoi costruire tutto il resto. Questa prima pennellata è fondamentale. Mi sono divertita a vedere come  il disegno si sviluppava a forza di tratti di colore e sfumature, anche se non potevo distrarmi un attimo. Una volta iniziato lo dovevo portare a termine. Lavorare ad un disegno in questo modo crea tra te e ciò che stai facendo un feeling che non può essere interrotto, altrimenti si perde la freschezza che invece risulterà esserci a lavoro finito. Serve concentrazione, serve attenzione, serve prevedere come si adagerà il colore sulla carta a seconda di quanta acqua c'è, sia nel pennello che sulla carta. Con tutte le conoscenze in mente ci si raccoglie in concentrazione e si parte. Quando mi sono  ricordata di questi disegni e di come li avevo fatti ho poi pensato al fatto che in molte altre circostanze è ugualmente importante la scelta del punto di partenza. Non solo nello spazio, come su di un foglio bianco, ma anche nel tempo. Quante volte capita di non avere alcun riferimento né appiglio sul quale fare affidamento per iniziare qualcosa, pur trovandoci nella condizione di dover iniziare. Se messe alle strette,  molte persone perdono la concentrazione data dalla consapevolezza di avere tempo a disposizione per decidere di fare, e come fare, qualsiasi cosa, quindi si diventa maldestri e i risultati non sono quelli sperati. Riuscire a imparare a capire quale sia il punto esatto per partire senza avere punti tra i quali scegliere richiede esercizio ma soprattutto intuizione. Uscire un po' fuori dalle righe severe di se stessi, per sbirciare oltre la soglia è in certo modo parte della sostanza del feeling con ciò che circonda, quello che permette di ascoltare, anche se non sempre, e non sempre chiaramente, il guizzo veloce e passeggero dell'intuizione. Come cogliere l'improvvisa manifestazione dell'ago invisibile di una bussola altrettanto invisibile ma che, manifestandosi, punta dritto nella direzione della quale abbiamo più bisogno in quel momento. Come tutto il significato che racchiude in sé la prima pennellata nel punto giusto del foglio bianco. C'è poi il fattore tempo, per esso ho sempre creduto che il punto di partenza sia sempre, assolutamente sempre valido in ogni istante, e di questo non mi sono mai ricreduta sebbene, credendo ciò, si debba vivere sapendo accettare come si modificano le cose a seconda delle scelte che si compiono.  Eppure anche se qualche volta si crede di aver perso l'attimo fuggente, o si pensa di non essere più in tempo per fare o iniziare una data cosa alla quale teniamo, io credo che invece si possa inserire la propria volontà in quell'esatto punto del tempo e dello spazio per iniziare un buon disegno, luminoso come un sogno.

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