giovedì 10 novembre 2011

Disorientata

Oggi è uno strano giorno per essere autunno. Splende il sole, la temperatura è mite, il cielo è azzurro. Non si sbaglia affermando che che è una bellissima giornata. Però non corrisponde a ciò che ci aspetteremmo di norma sapendo che siamo a novembre. In questa parte del mondo è previsto l'avvicendamento delle stagioni. Così si rimane disorientati, il corpo stesso non sa bene come adattarsi a questo clima. Quando non sai qualcosa ti soffermi anche non volendo, rimani lì, e cerchi un appiglio sicuro per poter continuare a pensare nel modo conosciuto. Poi accadono le cose. Oggi non riuscivo a mettere due frasi insieme per scrivere quello che avevo in mente, perché mi sentivo come si sente il corpo in questi giorni autunnali travestiti di primavera, disorientata. Con in più una totale mancanza di voglia di andare avanti e con il peso addosso del percepire che le cose esaurite nella loro funzione segnano la fine di parte del passato. Così, nell'indecisione, nella mancanza di chiarezza che ti assale e ti sta appiccicata, sembra di trovarsi nel fermo immagine dell'essenza di un giorno come oggi, dove non sai se è bene togliersi il cappotto sebbene la stagione detti la regola che dovrebbe servire. Il cappotto però oggi non serve perché fa caldo, ma non è estate. E' solo l'adattamento necessario al presente. Difficile adattarsi al riposo, se anche la terra produce nuovi fili d'erba, verdi come fossero nati ad aprile. Non c'è letargo per l'uomo, è vero, ma dentro, molto in profondità c'è qualcosa in noi che sa che il ciclo prevede un ritmo diverso da adeguare alla stagione, al ritmo in grande della natura, in questa fascia dal clima temperato. In realtà il suono di fondo è così flebile da catalogarlo come inesistente, se non fosse che qualche volta, l'inconscia sintonia che esiste tra gli esseri umani e la terra, faccia sentire disorientati in giornate come questa dove si percepisce l'incongruenza. Gli occhi vedono tutti i colori della primavera e sentono il profumo di qualche fiore, la pelle avverte il calore del sole, ma la mente sa che c'è qualcosa che non va secondo i piani, secondo l'abitudine. Magari a pochi chilometri di distanza il cielo plumbeo, coprendo il sole, fa sentire tutto il freddo tagliente del vento autunnale, per non parlare di precipitazioni piovose con un quantitativo d'acqua pari alla quantità che dovrebbe piovere in metà anno. Salta l'abitudine dunque ad aspettarsi una regola che la natura segua poiché la natura sembra non seguirne più. E noi, che viviamo a contatto con gli eventi dei quali siamo testimoni, se guardiamo la nostra bussola interna, vediamo che gira impazzita senza più un riferimento preciso. Si mina la fiducia nello strato inconscio, ma se crediamo all'esistenza di un rovescio della medaglia per ogni cosa, questo fatto ci insegna il significato dell'adattarsi al presente, dando per scontate meno cose di quante per abitudine saremmo portati a considerare. L'instabilità sottrae forza alla fiducia se vengono a mancare i punti di appoggio per il pensiero. Il clima dell'anima ne risente. La difficoltà è far ripartire la macchina ingolfata della mole di cose nelle quali confidiamo per avere sicurezza, se accade qualcosa che ferma il passo. Quel che accade nella mente che avverte queste stranezze somiglia un po' ad un'operazione algebrica, quando si somma ad un numero un pari valore negativo. Il risultato è zero, la stasi, la mancanza di guizzi di idee. Nessuna trovata geniale, né vivida visione di come stanno le cose, lo zero è adeguamento senza ribattere alcunché, è seguire la corrente perché anche la forza è rimasta intrappolata in qualche maglia della rete che impedisce l'orientamento. Può succedere di sentirsi così, stranamente vuoti pur essendo consapevoli di non esserlo realmente, alle prese con quello che si vorrebbe fare o dire ma con l'impedimento di fondo dato dall'incapacità di coordinare il pensiero per essere efficaci secondo l'intenzione che volevamo seguire. In questo caso non sempre ciò che si produce riesce bene, né ci si può esprimere con chiarezza, sempre che riesca di esprimersi. Questo post è il frutto del mio combattimento interiore per non perdermi in mancanza del mio solito orientamento.

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