mercoledì 25 maggio 2011

Nicolò Mearini. Un angelo nel cuore

Per Nicolò.
La prima volta che avrei dovuto vederti, e quindi conoscerti, tu tornasti tardi a casa ed io dovevo andare via. Eravamo ragazzi e quel giorno ero a pranzo a casa tua, ospite dei tuoi fratelli maggiori e dei tuoi genitori. Ti mancai per un pelo, voglio ricordarlo così, dato che non so realmente a che ora tornasti a casa quel giorno. Passò del tempo. Le strade si divisero, non vidi per anni neanche i tuoi fratelli. Un giorno, se volessimo credere al caso, ritrovai Pier Francesco a cena in pizzeria con la sua fidanzata. Passò ancora un po' di tempo e finalmente ebbi l'occasione di conoscerti di persona al matrimonio del tuo fratello maggiore. Eri con la tua compagna e ricordo di essere stata contenta di averti finalmente potuto conoscere. Ti dissi che sapevo di te da anni, dai tempi del liceo, ma che per qualche strano scherzo del destino non ero mai riuscita a incontrarti. Avevi un bellissimo sorriso quella sera al ricevimento. Poi il tempo è passato ancora e tu hai condotto i tuoi passi lontano da casa. E poi sei tornato. Dal giorno del nostro primo incontro ti ho visto poche altre volte, ma non potrei dire che non ti ho conosciuto adesso, che non sei più qui. Oggi ho il ricordo di te attraverso coloro che ti amavano e che ancora oggi ti rammentano. Quando si parla di te non manca mai un sorriso o il riferimento a qualche tuo particolare modo di fare, o qualche aneddoto. Sai, anche se qualche lacrima rotola giù da occhi lucidi che cercano di trattenersi, vedo sempre amore. E lo si sente questo amore. Oltre la tristezza per questa tua assenza nel mondo ho visto quanto calore viene ancora custodito nei cuori di coloro che hai conosciuto. Lì tu vivi ancora. Spesso mi sono chiesta che ruolo ho io in tutto questo... Mi sento una testimone che ha vissuto i respiri e le lacrime di chi ti ha amato e ancora ti ama. Io posso solo parlare ed esprimere ciò che vedo in qualità di testimone, eppure... mi sono sentita amica il giorno che mi hai dato il tuo numero di telefono per venire quel pomeriggio a fare le fotografie ai cavalli, e in quel momento in cui si chiacchierò. Non ho mai sentito scogli mentre comunicavamo. Eppure non conoscevo nulla di te, né abitudini né altro. Non c'era un legame costruito dal tempo fra me e te, se non il tempo di un momento, una manciata di minuti in tutti gli anni. Eppure non potrei dire che mancasse qualcosa in quei momenti fugaci. Mi sono sentita amica anche se questo termine spetta a chi l'amicizia con te l'ha vissuta davvero fin da quando eravate bambini. Non credere però che io non lasci cadere lacrime dai miei occhi per te, per come sono andate le cose, per come, da testimone vicina alla tua famiglia, le ho viste e vissute. Hai fatto parte della mia vita esattamente in questo modo, marginalmente eppure totalmente per l'affetto che mi lega ai tuoi familiari. Entro questo canale è passato tutto ed io oggi sono qui per ricordarti a mio modo. Non credo che potrò mai sentire realmente il dolore di tua madre, dei tuoi fratelli, di tuo padre, dei tuoi cugini e zii, dei tuoi amici, quello non mi appartiene, ma se nello sfiorarmi con tutta la sua ondata imponente sono riuscita a comprendere qualcosa di ciò che loro provano, allora anch'io avrò fatto parte almeno un po' di quella che è stata la tua vita, e tu della mia.
Se davvero avessimo certezza che la morte è solo un passaggio, sapremo che tu ci ascolti da qualche parte di là da dove siamo noi. Qualsiasi sia la realtà in questo spazio particolare dove ti ricordiamo nel giorno del tuo compleanno, voglio pensare che l'interruzione della vita non sia soltanto uno stop eterno.
Qualcuno dice che un giorno ci rincontreremo tutti, e che è solo questione di tempo, ma questo pensiero non nutre i passi di vita, li rende molli di tristezza, di malinconia che fa trascinare i piedi. E se non ci permettiamo di essere vivi perdiamo tutti quei momenti preziosi che scandiscono ancora ciò che siamo dal momento che ci siamo. Se non siamo vivi non possiamo ancora ricordare istanti di vita passata che sono ancora splendenti nella memoria e nel cuore. Se non siamo vivi non possiamo attingere a questa memoria per prendere ad esempio le cose buone che ti appartenevano. Passerebbe il tempo senza farci rendere conto di questo andare che non ci attende mai. Quello che noi siamo dovremmo determinarlo scegliendolo con maggiore intensità proprio perché certe persone amate non ci sono più, poiché sentiamo che questo scorrere vestito da destino può portare via tutto quello che è prezioso agli occhi dell'anima e del cuore. Siamo vulnerabili in prossimità del cuore, ma è altrettanto vero il contrario perché proprio lì, nel centro del petto, conserviamo tutto quello che ci serve per non lasciarsi andare.
Il tuo sorriso era speciale, l'ho potuto vedere dal vero e in molte fotografie, e non smetterò mai di credere che il riverbero del suo calore alimenti il battito profondo di coloro che ti custodiscono dentro.
Sei nato e questo è prezioso. Sei cresciuto e hai dimostrato di saper camminare da solo. Sei stato coraggioso nell'affrontare il gusto dell'adrenalina che faceva parte di te, così come ne faceva parte la dolcezza. Hai cavalcato il vento. Hai messo le ali. Hai fatto anche questo. Hai lasciato che la vita ti scorresse dentro pianamente senza riserve. L'unico modo che abbiamo per ricordarti insieme al tuo sorriso è pensare a questa tua pienezza di vita. Il resto non è morte, ma siamo tutti noi, qui, con un pezzetto di te nel cuore che ti farà rinascere ogni volta che ti penseremo. R.B.Between

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