lunedì 30 maggio 2011

Bambini

Oggi è stata una giornata piena di bambini. Bambini con tanta voglia di giocare, di correre, di camminare invece di gattonare, vestiti con colori vivi come lo sono i loro guizzi di allegria. Sguardi pieni di meraviglia disegnati da occhi grandi aperti su di un mondo che è tutto da conoscere. Mamma, papà, che cos'è quello? Perché è così? E allora la risposta si mescola alla pazienza, alla carezza del sorriso di genitori e parenti che cercano le parole adatte per farsi comprendere. Il concetto è da sintetizzare, da omogeneizzare e infine da servire con il un buffo cucchiaino colorato a forma di animaletto preferito. In altri termini, si smonta tutto quello che sappiamo con il solito corollario di frasi e parole su parole e si rende ogni cosa semplice, e da questo ne possiamo trarre giovamento anche noi adulti. Come si fa a non farsi conquistare da un bimbo che cerca di camminare da solo e si appoggia alla tua gamba per sorreggersi e proseguire il cammino? Poi cade, ma non importa perché è già pronto a rimettersi in piedi, e in quel momento si sente che il suo unico scopo inconscio è camminare eretto come fanno tutti. Un attimo seduto in mezzo alla foresta fatta di gambe adulte e poi via, si riparte. E quel bimbo che ha tanta curiosità di scoprire tramite il tocco delle sue mani quanto è morbido il pelo di un pony, che per lui è un cavallo grande mentre, per noi che guardiamo, è piccolo, e ci intenerisce quel suo perenne somigliare ad un cucciolo. Curiosità e timore si rincorrono scalzi per il prato inondato di sole e gli adulti stanno di sentinella. Ecco, adesso che succede tesoro? Si inciampa e si cade, ci si sbuccia un ginocchio o una mano, si fanno scivolare sulle guance rivoli consistenti di lacrime, ma poi basta un cerotto per rimettersi in pista, il gioco e la corsa non possono aspettare. Agnellini, porcellini, puledri, vitelli, guardano i cuccioli d'uomo con lo stesso sguardo pieno di curiosità dei bimbi che li osservano mentre cercano quel punto della pancia della madre che li attende per uno spuntino a base di latte caldo. Mamma, ho sete! Ho fame! Si interrompe il gioco, si fa la pausa, che dura poco, si riparte con la corsa tra tavoli, sedie, teli per il picnic. Passa una risata fusa alla ventata che lasciano come scia al loro passaggio. E non vi sembra bello così? L'essenza della libertà fatta di energia e pensieri semplici. Allora respiri quella scia finché nei tuoi polmoni c'è spazio sufficiente, e ti riempi gli occhi di quel colore che ne fonde insieme tanti. Socchiudi gli occhi, fino a ridurli una fessura, e ti lasci trasportare dai ricordi. Riemergono solo picchi di cose belle e ti rilassi, sospendendo per un po' la solita corrente di pensieri quotidiani. Le preoccupazioni sono bandite da un raggio di sole che si fa più forte e ti entra dentro fin nel profondo. Gli alberi stanno a guardare tutto il brulicare umano e gli animali conoscono la pazienza che li lega agli uomini e che si chiama amore. E anche noi adulti ci sentiamo ancora bambini mentre stiamo accanto a tutto questo verde, clorofilla ed età umana che oggi si sono riuniti per provare a sconfiggere il tempo. Allora ci convinciamo a ridere un po' anche noi, a sederci sul prato, a giocare a palla, ad allentare le maglie delle catene che oggi pesano e non servono a granché al cospetto di tutto ciò e della giornata. Relax.
E poi ancora bambini, in un altro luogo. Luce meno intensa che filtra da vetrate e si riflette sulle pareti avorio della chiesa. La voce del parroco che sta battezzando, le persone che sono lì seguono la cerimonia e sanno che hanno affidato le loro speranze per il futuro in coloro che hanno generato. Bambini. Gli adulti comprendono le parole che vengono dette, ma i più piccoli tra i bimbi presenti continuano a correre e ad arrampicarsi tra le panche della chiesa, rivoluzionando l'ordine richiesto dal luogo. Ma che importa, loro sono vita e la interpretano con tutto ciò che sono e sanno essere. Sono pargoli che vanno dove vogliono, in verità, ma ti strappano comunque un sorriso mentre cerchi di riprenderli. Meglio dunque aspettare fuori dalla chiesa e continuare a giocare a rincorrersi con più libertà. Il pomeriggio passa attraverso le stesse necessità della mattina. Cambiano i luoghi, ma il gioco è lo stesso e uguali sono gli umori che scivolano attraverso tutti i bambini, i loro bisogni, le loro reazioni, i loro movimenti mentre imparano qualcosa in più rispetto a ieri. E lasciano questo insegnamento, lo lasciano aleggiare attorno a loro per tutti quelli che riusciranno a vederlo, a sentirlo, a riviverlo comprendendolo. E' sempre tutto più vicino di quanto pensiamo o immaginiamo. Semplicemente.

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