giovedì 25 agosto 2011

La manutenzione del fuoco dell'entusiasmo

L'entusiasmo è una forte emozione interiore, uno slancio appassionato che collega in modo diretto la parte più sincera di noi con l'oggetto che suscita una tale emozione, e lascia che il cuore partecipi grandemente alla sua espressione. Questo lo dico provando ad ascoltare ciò che ho dentro in questi casi. Mantenersi sinceri interiormente permette di avere questo filo diretto con le cose che riconosciamo, a pelle, essere speciali per noi, e non ci fa vergognare di esprimerlo con tutta la sua potenza. Questo fuoco, come ogni altra fiamma che vive in un focolare, ha bisogno di manutenzione per non raffreddarsi. E, credetemi, è facile non accorgersi del suo raffreddarsi. Associo nella mia mente l'essenza dell'entusiasmo ad allegria, a benessere interiore, a pensieri dai colori vivaci invece che a pensieri come nubi pesanti e color del piombo, a risate, a quella meravigliosa sensazione di leggerezza che è la spontaneità. Tutto questo permette di far fluire l'entusiasmo che, a sua volta, permette di essere disinvolti in mezzo alle situazioni e sa scacciare, con estrema eleganza, ogni paura di media intensità. E' intrecciato alla passione poiché condividono lo stesso focolare ed è innegabile quanto sia piacevole esprimere il proprio amore profondo attraverso l'entusiasmo della passione. In tutto questo c'entra anche l'amore. Se non ci fosse il cuore a dirigere le danze o a dare la nota d'avvio poca forza avrebbe l'entusiasmo per qualcosa o per qualcuno. E dunque, lì vicino al focolare, mai devono mancare trucioli d'amore per ravvivare il fuoco qualora si stesse raffreddando troppo. I ciocchi stagionati, accumulati per mantenere viva la fiamma, sono fatti con la parte migliore di noi, quella che combatte ogni giorno per non farsi sopraffare dalla paura che ghiaccia e dal coraggio che mettiamo ogni volta che scegliamo di esprimerci nonostante l'ansia da prestazione. Ogni tanto serve un soffio verso la fiamma, che sia lieve come un bacio dato con dolcezza, per far comprendere al fuoco che vive che desideriamo continui ad esistere. In tutto questo però mai, mai, si dovrebbe frenare lo scorrere brioso dell'entusiasmo, equivarrebbe a gettare acqua nel focolare o a lasciare che la fiamma si esaurisca, ignorando il suo grido. Solo che qualche volta, passando per caso da certe parti dentro di noi, si scopre che quel fuoco si è raffreddato e, se si sa guardare anche solo un po' tra le sue fiamme, si può riuscire a vedere ognuno di quei momenti in cui si è sostituito il guizzo vivo dell'entusiasmo con un più freddo ragionamento. Si è perso l'attimo fuggente che si è estinto nella fiamma che si è ridimensionata, anche se non si è ancora spenta del tutto. E, continuando a guardare, si vede il dispiacere per aver interrotto il fluire dell'espressione di se stessi in favore di ragionamenti lenti e intricati, che più spesso fanno perdere la strada, come se quel filo diretto del quale parlavo all'inizio si stesse piano piano intrecciando, senza portare memoria della posizione dei due capi del filo stesso. Saper dosare l'entusiasmo qualora ci si rendesse conto che è destabilizzante, va bene, fa parte dell'imparare a gestire se stessi nei confronti degli altri. Personalmente ho vissuto anche questo, ma finora non avevo guardato tra le fiamme del mio fuoco e quello che ho visto mi ha fatto comprendere di averlo raffreddato. Avrei voluto capire quel che stava accadendo ma in realtà qualche lacrima e il dispiacere hanno agito al posto mio e non mi sono resa conto che tutto il fuoco si era affievolito. Era passato di lì un vento gelido. Oggi ho visto il guizzo dell'entusiasmo dentro di me, era sano, vivo, ma è stato smorzato da pensieri e ragionamenti su come o cosa era meglio fare per rispettare gli altri. Il risultato è stato che non ho seguito il mio cuore come avrei voluto, come ero abituata a fare tempo fa. Questo velo su cui si è smorzata la fiamma non impedisce al sentimento che la genera di essere ugualmente forte, mi avverte soltanto che mi sono dimenticata di alcune cose fondamentali in cui credo. Quindi, se sentite quel guizzo speciale di entusiasmo che nasce dal cuore e alimenta la passione, cercate, se potete, di non ucciderlo maldestramente perché, ricordatevi di una cosa, esso non morirà, ma soffrirà per non essere passato con gioia attraverso tutto ciò che siete, come foste un canale libero, senza frontiere alle quali fermarsi.
Cara D., ti chiedo di scusare questa specie di zia che oggi ha sentito una grande gioia sapendo che sei nata, ma è rimasta intrappolata in alcune maglie di una rete invisibile con qualche nodo ancora da sciogliere e non si è precipitata, come voleva, lì dove sei venuta al mondo, pur sapendo che non ti avrebbe vista lo stesso. In fondo, però, ci sarei stata, anche con il corpo, invece di essere sempre e soltanto, accanto a qualcuno, con la mente.

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