giovedì 11 agosto 2011

Non voler essere responsabili della felicità altrui

Questo è il concetto espresso dal protagonista maschile di un film tedesco, mentre sta discutendo con una sua amica a proposito del rapporto tra uomini e donne. Lui è un dongiovanni che non se ne lascia scappare una ed espone a lei il suo punto di vista. Lei è la ragazzina "quattrocchi", adesso cresciuta, che lui prendeva in giro quando erano bambini e che non condivide il modo che lui ha per trattare le donne. Lui sostiene che preferisce avere storie di una volta e via, senza coinvolgimento sentimentale, mettendo sempre in chiaro alla lei di turno le sue intenzioni. Lui non vuole sentirsi responsabile della felicità altrui. Lei gli fa presente che anche dicendo così una donna può accettare lì per lì la condizione ma poi, molto spesso, inizia a provare un sentimento nei confronti dell'uomo. Lei sostiene che è nella natura delle donne innamorarsi mentre per un uomo è più facile avere solo storie di letto. Questi sono i loro punti di vista.
Ripensando a questa frase mi sono chiesta perché. Perché non si vuole essere responsabili della felicità altrui? Cosa comporta dunque esserlo, invece? E' così terribile sapere che qualcuno riesce a sentirsi felice se noi facciamo qualcosa o la diciamo? Sarà che sono donna e che sono romantica probabilmente di natura  ma credo che far felice qualcuno sia una bella sensazione. Una di quelle sensazioni speciali che fanno stare bene davvero e profondamente. Poi ho continuato a riflettere sulle parole del protagonista. Dicendo così lui intende sottolineare che nel rapporto tra un uomo e una donna, o tra compagni di vita in genere, non dovrebbe esserci alcuna forma di dipendenza tale da impedire la realizzazione di ciascun componente della coppia. Quando lui esprime questo concetto, durante il dialogo, lei si trova d'accordo, e anch'io sono d'accordo con questo, però penso che la responsabilità di qualsiasi cosa che ci veda protagonisti abbia confini sottili da definire in relazione a ciò che ci piace o meno. Ogni volta che agiamo o ci esprimiamo, facendo parte di un tessuto sociale, non possiamo pretendere di non generare conseguenze. Se nello specifico caso della felicità altrui crediamo, per un qualsiasi motivo personale, che tale felicità si per noi un peso o una catena che dia dipendenza nell'altro penso che ci sia un velo di tristezza in tutto ciò. Prima perché significa che non proviamo felicità e poi perché constatare la felicità altrui non riesce a scaldare nemmeno un po' il nostro cuore. Anzi, si scanserebbe volentieri la cosa, non vedendo altro che una responsabilità che, notoriamente, è sinonimo di peso e limitazione di libertà. Ma se si guardano in quest'ottica le responsabilità non si riuscirà mai a spiccare il volo libero al quale si anela. Il volo che se ne ricava è un surrogato di volo, come quello vissuto nella realtà virtuale, perché ciò che non si riesce a far scorrere in noi con fluidità sarà zavorra inconsapevole. Sono tenuta a precisare che questa riflessione è un mio parere personale e quindi mi sento di aggiungere un ultima cosa. Al di là del fatto che poi il protagonista del film modifichi il suo punto di vista perché, innamoratosi della sua amica d'infanzia, capisce le parole di lei, penso che sia meraviglioso sentire i battiti del cuore dell'altro modificarsi quando noi ci siamo, e non per un distorto senso di potere, ma per il fatto di poter sentire la vita che scorre in mezzo al fiume dell'amore in genere. Vorrei dire a chiunque abbia accanto qualcuno che lo ama, se sente un peso invece di una leggerezza infinita nel cuore, di provare ad ascoltare meglio, limando la paura di perdere se stessi, che è l'apparenza ingannatrice della responsabilità vissuta in modo esagerato, serioso, quando ci si avvicina al cuore di qualcun altro. Far stare bene qualcuno, infondergli felicità è una cosa speciale, che non capita tutti i giorni, in poche parole, è meraviglioso in modo disarmante. Purché lo si sappia accettare. 

Metto qui la canzone "Meraviglioso" cover di D.Modugno interpretata dai Negramaro perché in questa versione musica e parole mi aprono il cuore e mi fanno sentire il concetto "meraviglioso" fin dentro l'anima. Ed essere "responsabili" della felicità altrui, riuscendovi, consapevolmente o inconsapevolmente, è meraviglioso.

Nessun commento:

Posta un commento