sabato 25 giugno 2011

Lucas Del Camper

Un incontro in un locale per una festa di compleanno non basta per conoscere qualcuno, e nemmeno le parole che raccontano una persona sono sufficienti per questo scopo. Sarebbe necessaria la frequentazione per arrivare a capire chi è la persona che hai incontrato. Eppure, qualche volta, la vita concede di saltare le solite modalità di lettura dell'altrui esistenza, dell'altrui essenza. La mia personale conoscenza di Lucas Del Camper discende dalle sue stesse parole affidate alla carta, incise in essa, tra le pagine del libro che lui stesso ha pubblicato. Luca è un guerriero che manda avanti i suoi passi nonostante tutto, sempre con lo sguardo a livello dell'orizzonte, perché così facendo può vedere tutto, in alto, in basso, a destra e a sinistra con la visione periferica dei suoi occhi colmi della forza del suo animo. Non mi è mai sembrato che guardasse indietro se non per fugaci momenti, giusto per il tempo necessario ad equilibrare il tutto poiché l'andare avanti ha bisogno ogni tanto di ricordare ciò che è stato. Luca, se piange, non lo fa lasciando cadere le lacrime addosso ai suoi abiti o su se stesso, manda le lacrime fuori, gli mette ali speciali perché anche loro abbiano un significato dal momento che sono scivolate via dalla sua anima. Luca ha viaggiato non solo sulla superficie del pianeta, ha lasciato tracce anche nel mondo di dentro che pochi accettano di esplorare. Lui sa scalare le rocce di ciò che nascondono le debolezze umane a mani nude senza ferirsi, e non ha avuto timore di sporcarsi scendendo in profondità in grotte e cunicoli maleodoranti abbandonati dalle solite coscienze superficiali. Lui ha occhi vivi e brillanti che scrutano senza pietà ma con l'eleganza del passo di un felino né affamato né sazio. Lucas Del Camper è una vita tra tante vite ma è se stesso senza timore né ipocrisie. Ascoltate.

CENTO NOTTI DI PLASTICA TRASPARENTE
Per ogni parola scritta
almeno mille mi sono sfuggite via
scivolate tra le dita ed i pensieri
perse tra i fogli
nelle lunghe notti di solitudine
lontano da tutti
e tutti lontano da me
ed io
avrei solo voluto saper scrivere meglio
saper vivere meglio
saper capire meglio
me stesso per primo
ma anche i silenzi
e adesso che comprendo tutto

 mi sento perso

in un tempo
che non afferro più
in un mondo in affitto
che non mi appartiene
e forse per la prima volta

mi sento solo

in mezzo a migliaia di persone
che non scambiano niente con me
nessuna parola
nessuna emozione
nessuna consolazione
nessun abbraccio
niente calore o lacrime
o pugni o sputi
o amore o vita
o rabbia o gocce
ma solo placida
mortale
indifferenza
ed io mi sento trasparente
come cento notti di plastica

invisibile come l'ombra avvolta di luce
impalpabile come l'odore dei tulipani appena recisi
inadatto come un sogno dietro le sbarre di un motel ad ore
insofferente come lo sono i girasoli con l'oscurità
insolente come un ubriaco molesto sbattuto fuori da un bar
irrecuperabile come il relitto di un biplano sul fondo dell'oceano
ma

irripetibile


e adesso che comprendo le cose
 vedo il mio piccolo universo
che scompare
pezzo dopo pezzo
e a me tocca guardare

sanguinare

e sopravvivere

ancora un po'.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"


Quando conosci la solitudine vera, quella fatta di isolamento perché la vita ti ha offerto sul suo piatto da portata l'esperienza del vuoto intorno, magari per metterti alla prova, per vedere se hai gli attributi per riempire questo vuoto in qualche modo, se sai trasformarti in un estroso osservatore e interprete del tuo stesso dramma, puoi mostrare al mondo la bellezza del tuo fiore. I suoi petali multicolore proteggono il centro dove tutto viene archiviato come nella memoria del mondo, come la tua, che attinge ad essa, e rimanda onde che hanno imparato a conoscere pieni e vuoti, e li hanno montati per donare al resto degli spettatori un assaggio della fonte che ha nutrito la pianta che ha fatto sbocciare il fiore. E questo sei tu, in mezzo alle tue parole, appeso ai rami robusti della voglia di non arrendersi. Ascoltate ancora.

L'ARCOBALENO
La magia
di un arcobaleno

non sta
solo
nei colori
ma nel fatto
che per esistere
ha bisogno di nascere
in

due

luoghi

diversi

e

distanti

fra loro.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"


SETTE COLORI SULLA FACCIA DELLA MORTE
Non  mi troverà piegato in due
come una vecchia maglia
stropicciata,
tarlata,
ruvida,
e questa sarà
 per Lei la vera sorpresa.

La Morte mi troverà vivo
niente ninna nanna
sulle ginocchia degli Dèi
e per farla impazzire
dopo
mi scomporrò
nei sette colori dell'arcobaleno
e apparirò
irriverente e blasfemo
in gocce di luce
dopo ogni sbornia di temporale
nello scrigno degli gnomi.

Lo sberleffo perfetto
da parte di un Bastardo come me.

Indaco inafferrabile
per la seconda volta.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"


LE PAROLE
Le parole hanno il potere.

Le parole hanno causato rivoluzioni,
illuminato o distrutto
la mente di uomini,
provocato guerra
e sancito la pace, 
messo e tolto catene,
hanno danzato su papiri immortali,
hanno scoperchiato i tetti dell'anima,
come cavallette sulla piantagione delle certezze
e insinuato dubbi laceranti sugli ignoti enigmi.

Le parole,
piccoli insignificanti segni
 che compongono il nulla o l'assoluto
cattedrali imperfette del pensiero umano
ponti a campata unica di eterna meraviglia,
carnefici di vite spezzate
dalla bramosia e dalla superbia, 
vittime di stupro da parte di recipienti umani vuoti.

Le parole hanno il potere.

Non si riesce ad ingabbiarle,
se non per poco tempo,
perché scivolano fuori.
Comunque.
Riempiono il cuore o lo lacerano per sempre,
aprono porte chiuse e squassano torri,
ti avvolgono e ti stringono come un amante,
ti lasciano solo in mezzo alla battaglia.

E tutte le volte che questo prodigio si compie
i piccioni non smettono neppure per un attimo
di imbrattare di escrementi le statue dei guerrieri.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"

SONO UN FOTTUTO EGOISTA
Io parlo di me, di quello che ho visto e vissuto
e non pretendo comprensione, o pacche sulla spalla.
Scrivo per me.
Sono un fottuto egoista.
Prendete ciò che vi piace e buttate tutto il resto,
non cercate significati che non ho voluto dare
che siate d'accordo o no con quello che avete letto
io rimarrò comunque lo stesso.
E probabilmente anche voi.

Ma se qualche parola vi farà sbandare per un attimo
vorrà dire che anche in voi alberga un po' di sano squilibrio.

E allora cosa state aspettando?
Uscite anche voi per strada e prendete a pugni la vita,
abbracciatela e fateci l'amore insieme,
ubriacatela e vomitateci sopra,
consolatela e fatela ridere,
attraversatela,
non fatevela scivolare addosso,
prendetela per la mano e stringetela forte
fino a farla sanguinare,
fino a farla gridare,
fino a farla impazzire, 
fino a farla finire,
prima
che sia lei
a fare lo stesso
con voi.

I pappagalli e le rane
trepidano nell'attesa
vicino allo stagno dei prodigi.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"

DOVE LE STRADE NON HANNO NOME
Domandarsi perché
commettiamo l'errore
di tornare 
a frugare
nei luoghi
che ci hanno dato brividi
strade
città
mari
finestre
stanze
che non potranno essere
più
la stessa cosa
gli attimi irripetibili
sono tali
perché
vivono
e muoiono
del medesimo
martirio
nell'arena
della nostra
esistenza.

Accendo lo stereo
metto un cd degli U2
scelgo la traccia 8:
Where the streets have no name.

Il titolo perfetto
per ricordarsi
di dimenticare.
Lucas Del Camper
"Fogli Sporchi"






2 commenti:

  1. Grazie per avermi portato un pò con te. Lucas

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  2. Sei ancora qui e ti porterò ancora nel blog e nel mio pensiero ogni volta che leggerò le cose che hai scritto o le volte che sentirò parlare di te

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