lunedì 11 aprile 2011

Alberi e desideri

La prima volta che ho sentito parlare di un "albero dei desideri" è stato poco tempo fa. Un'amica mi ha detto che l'albero dei desideri, secondo la cultura Hindu, ha il potere di realizzare qualsiasi desiderio espresso vicino a lui. Ho cercato sul web un riferimento ed ho trovato la parabola corrispondente. In essa si narra la vicenda di un uomo che, durante il suo viaggio, entra in paradiso e lì trova riposo sotto le fronde di un albero speciale. L'uomo si addormenta e, quando si sveglia, ha fame ed esprime questa sua necessità a voce alta, desidera mangiare. Subito appare del cibo, e lui mangia senza interrogarsi sulla sua provenienza. Poi desidera bere e, com'è accaduto per il cibo, appare la bevanda. Anche di questa apparizione non si accorge, beve a basta. Dopo essersi ristorato con cibo e vino, si rilassa, ma comincia ad interrogarsi. Si chiede se sta sognando, se sta succedendo qualcosa, se dei fantasmi stiano giocando malignamente con lui. Subito compaiono dei fantasmi orrendi e feroci. A questo punto il suo pensiero è la convinzione che questi fantasmi stiano per ucciderlo. Così accade, all'istante. Coloro che riportano questa parabola aggiungono dei loro commenti, che ne spiegano la morale. Il senso di tutto ciò è un monito nei riguardi di ciò che desideriamo. Ma soprattutto è un appunto sul potere della propria mente. Questa è la storia legata all'albero dei desideri.
L'albero dei desideri che ho visto io, nell'ambito di un incontro tra persone che sentono fortemente il legame con la Terra e le sue creature vegetali, era la rappresentazione di una speranza e di una celebrazione. Il desiderio principale ad esso legato era il rendere omaggio alla vita vegetale, ma anche alla vita in genere. Per l'occasione era stato allestito un ramo al quale erano stati legati i desideri, scritti su dei foglietti di carta, desideri di tutti i partecipanti all'incontro. Il 27 marzo 2011 è stato piantato un mandorlo che ha portato con sé tutti quei foglietti pieni di desideri. Il simbolo di una speranza. La speranza di ciascun essere vivente, che non smette mai di credere che le cose siano possibili nonostante tutto. Per non dimenticare il senso dell'armonia con tutte le cose viventi. Più semplicemente, secondo me,  per provare ad essere meno egocentrici.
Un albero è un essere vivente, che ha viaggiato con il pianeta per un numero di giorni che nemmeno riusciamo a considerare. La lentezza della loro crescita comunica pace e insegna la riconnessione con il cuore. Il respiro di un albero dona migliaia di respiri a noi. La loro saggezza è l'accettazione di tutto ciò che accade dintorno.
Un giorno ho pensato a cosa potrei provare se fossi un albero. Ebbene, se fossi un albero, avrei molti desideri. Vorrei che l'uomo, che si riposa con la schiena appoggiata al mio tronco secolare, potesse ascoltare il mormorio delle mie foglie, mosse dalla brezza gentile, che in primavera risveglia le gemme, per fargli capire che questo è anche il tempo per risvegliare le sue gemme nascoste. Se fosse estate, vorrei poterlo rinfrescare con la mia ombra, per fargli capire che non sempre l'ombra è un luogo oscuro, ma bisogna conservare se stessi per non soccombere alle proprie ombre. Se fosse autunno, vorrei insegnargli la dignità con la quale vestirsi in caso di perdita poiché, quando cadono le foglie, il mio insegnamento è saper lasciare andare. Fanno parte della vita anche la morte o l'abbandono, sebbene il fiume di lacrime sia difficile da placare. Le prime piogge d'autunno cercano di alleviare questo dolore. Lacrime di cielo. I colori di cui mi vesto, imitano quelli del tramonto, e vogliono cullare con più dolcezza possibile l'andare verso la prossima stagione. Se fosse inverno, e i miei rami fossero spogli, vorrei poter donare alcuni di questi per riscaldare l'uomo che ha l'anima nuda, e sente ancora freddo, nonostante abbia una casa. Se, invece, i miei rami fossero sempreverdi, vorrei sorreggere la neve per dare rifugio a chi ne ha bisogno, per ricordare che nel silenzio invernale la vita è tanto forte da manifestarsi ancora con il suo abito di sempre. Verde. Se fossi un albero, vorrei che l'uomo potesse congedare la mia anima, spesso impercettibile per lui, quando si appresta a tagliarmi. Vorrei che, anche se non mi ringrazia per il mio contributo al suo mondo, mi usasse con consapevolezza così, magari, ogni volta che leggerà un libro fatto di carta, o abiterà in case fatte di legno, o quando mi userà per creare una scultura, o in qualsiasi altro modo mi terrà accanto a sé, sentirà che gli ho donato la mia vita senza portargli rancore. E che usasse la carta di un libro per scriverci parole che nascono dal suo cuore, o dalla saggezza, e che non siano sterile bla bla, ma che possano servire per condividere storie, che possano ampliare gli orizzonti della conoscenza di ogni persona. Se fossi un albero potrei svettare nel cielo, e potrei vedere lontano, fin nel cuore delle foreste o delle città e potrei ascoltare milioni di discorsi. Se fossi un albero, infine, direi grazie a tutti coloro che si prendono cura di me e mi difendono, che mi sanno ascoltare con il loro cuore. I miei rami avrebbero sempre, per queste persone, la forma di un abbraccio.

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