mercoledì 6 aprile 2011

Scrivere

Scrivere è uno strumento al servizio della mente umana. Percepiamo attraverso i sensi, integriamo le varie informazioni acquisite e, qualche volta, ci troviamo a comunicare, naturalmente a voce, altre volte scrivendo. Se non si sceglie il silenzio, quello dove le parole vengono mantenute vibranti dentro di noi, in attesa o meno di uscire fuori, rimane la volontà di espressione. Scrivere è una forma di espressione. Per me fu una necessità, date le tante cose che galleggiavano sulla superficie dell'anima. Volersi esprimere è anche desiderare di connettersi agli altri, non necessariamente farsi notare. Parlare è più immediato e la mente guida la fuoriuscita dei concetti dalle labbra, tramite la voce, con semplicità. Più o meno tutti sappiamo parlare anche se non ci sentiamo capaci di scrivere. Eppure provare a scrivere insegna qualcosa di importante, secondo me. Per scrivere c'è bisogno di tempo, e di capacità di ascolto. Ascolto che va diretto verso i propri sentimenti. Se non li sappiamo riconoscere, quanto basta per non confonderli gli uni con gli altri, otteniamo solo la sensazione di un nodo che rimane lì, insieme alla pagina bianca. Non si scrive di soli sentimenti o sensazioni, è vero, un bravo scrittore sa ben descrivere le cose che vede o quelle che utilizza per fare da scenario per l'ambientazione della storia che sta raccontando. Bisogna saper essere dei buoni osservatori. E come ci mettiamo ad osservare oggetti o scenari, possiamo rivolgere lo stesso sguardo all'interno. Quello che talvolta manca è il farlo abbastanza spesso perché diventi facile, come avere muscoli allenati per un determinato esercizio fisico. Se diciamo che è difficile, e si pensa che non ci riesca fare qualcosa, ci mettiamo da soli un limite che, in realtà, nessun altro ci mette addosso. All'inizio, scrivere una sola frase semplice, che rispecchi il nostro stato d'animo, può risultare incompleto, perché ci rendiamo conto che, tutto quello che sentiamo, non è riuscito a uscire fuori e, sulla carta, c'è soltanto un frammento, come un balbettio. E' così che si inizia qualsiasi cosa, anche un bambino che inizia a parlare pronuncia singole parole e prima ancora soltanto suoni. Le frasi verranno in seguito. La stessa cosa vale per lo scrivere. E si può imparare. Usare lo scrivere per esprimersi è una scelta come un'altra, poiché vi sono anche altre forme di espressione, e l'arte è una di queste. L'arte veste le sue mani di materia, di colori, di ingegno, ma in tutte queste forme di espressione rimane la radice comune: comunicare ciò che vediamo o sentiamo. Il proprio punto di vista, che vogliamo difendere, o quantomeno proporre, perché in fondo ci sentiamo unici. Poco importa, in fin dei conti, nel momento in cui ci si esprime, che si dimentichi quella punta di ego in più; qualche volta, magari, è proprio questa punta inconsapevole a far vibrare la passione, che permette di dare agli altri tanta parte di noi. Ma, come sempre, credo che siano solo sfumature di un tutto talmente grande che non può, realisticamente, essere catalogato, si può, a mio avviso, soltanto esplorarlo e usare, ciò che si incontra, per confrontarsi e comprendere quello che in quel momento abbiamo bisogno di comprendere. Scrivere, allora, può essere come avere una tavolozza fatta di vocaboli che rappresentano le infinite sfumature di un concetto, e l'artista colora forme di pensieri per far rivedere agli altri ciò che lui vede o intende. Parlare in modo differente, con mezzi espressivi diversi, non annulla i concetti che stanno alla base poiché i sentimenti, pur con le loro infinite sfumature, provengono dal cuore, e dai sensi, e questi sono comuni a ciascun essere umano. Scrivere è il mio modo per dipingere con un mezzo diverso dai soliti colori e pennelli. E se riesco a ricreare l'emozione che io stessa ho provato vedendo luci, colori, profumi, persone, pensieri, tempo e spazio, posso dire che imparare a scrivere ha avuto un senso, e ringrazio chi, un giorno, me lo ha fatto ricordare.

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