martedì 12 aprile 2011

Album di fotografie

Vicino al mio letto tengo un cuscino che ha più o meno la mia età. Sopra questo cuscino c'è stampata una fotografia di quando ero piccola e giocavo con i sassolini del giardino. Avevo circa un anno lì. L'immagine è in bianco e nero e il tempo ci ha lasciato qualche segno. Non ricordo se ho mai usato quel cuscino quando ero bambina, ricordo soltanto che alcune volte, da grande, l'ho usato con molta cura per non sciuparlo. Ho sempre pensato che fosse un ricordo prezioso. E per questo devo ringraziare i miei genitori. Ogni sera, quando vado a letto, lo guardo di sfuggita poiché l'abitudine porta questo con sé, fare le cose senza pensarci troppo. Un rapida connessione con il ricordo che viene stimolato dall'immagine e, via, si passa ad altro. Ieri sera, però, mi ci sono soffermata più a lungo. Spesso, la tranquillità del silenzio a tarda notte, concede momenti in cui si può oltrepassare la cortina delle solite cose e dei soliti pensieri. Rallentando il ritmo anche la mente riesce a respirare con più profondità. E i ricordi, legati gli uni agli altri come le perle di una collana, ti passano vicino. Se concedi loro di soffermarsi li riattivi e, qualche volta, si possono scoprire frammenti dimenticati di noi. Una sorta di pesca che nutre l'energia stessa che ci compone. Ogni ricordo, credo, ha una copia della sua struttura emozionale sia nella testa sia nel cuore. Come riviviamo il ricordo dipende da dove decidiamo di sintonizzarci in quel momento o da come siamo abituati a vivere. Così, ieri sera, guardando un immagine di me di quasi quarant'anni fa ho capito più a fondo il valore delle fotografie. In quella sola foto c'è il mio mondo di allora, nel mio sorriso spensierato c'è ogni piccola scintilla di quell'avvenire che non conoscevo ancora, ma che adesso conosco, fin qui nel tempo presente, come altrettanti ricordi di sentimenti e immagini. Il mio album di fotografie è l'archivio che custodisco in me, con tutto ciò che ho vissuto sin qui. Molte cose però so che si sono trasferite in uno strato di me il cui recupero di memoria richiede tempo, non è immediato come il richiamo che si ottiene guardando una foto. Ecco perché una fotografia è importante. Mio padre era appassionato di fotografia, così mi restano tante immagini che posso consultare per rimettere in fila i ricordi capricciosi che hanno preferito andare di qua o di là senza che vi badassi troppo. Uno dei miei difetti è sempre stato quello di preferire i ricordi in sé, legati alla conoscenza o alle emozioni, invece che all'esatta cronologia con i quali si sono susseguiti. Ho conosciuto persone che riuscivano a raccontarmi dei loro ricordi collocandoli perfettamente in un dato giorno, mese ed anno. Qualche volta mi sarebbe piaciuto ricordare le cose in questo modo, con un ordine cronologico rigoroso invece, qualcosa dentro, mi ha sempre portato oltre questo tempo memorizzato alla perfezione. Eppure non dimentico facilmente, ricordo volti, luoghi, immagini ma soprattutto sensazioni, luci e colori associati a tutte queste cose. Non ricordo mai le citazioni, le frasi scritte da altri così come sono state enunciate, ricordo il concetto, la sintesi, in breve riesco a ricordare il "nutrimento mentale" che mi dà, pur dispiacendomi per non poter rendere onore a coloro che sono autori di frasi importanti. Una fotografia per me è un valido aiuto per completare il quadro del ricordo. Mi piacciono le fotografie per questo, ora che ne comprendo meglio il significato. Quando nasce un album di immagini, gli scatti, che segnano incontrovertibilmente la vita che è stata, sono una memoria preziosa, tanto più quanto si riesce a "rubare" gli scatti, per immortalare i momenti in cui il soggetto è davvero se stesso e non si è messo in posa. Un sorriso sincero che tramanda tutta la forza che esprime rimane solo se si riesce a catturarlo al volo. Così la fotografia non è solo un ritratto composto da linee e colori è anche anima. Ci sono tanti motivi per far nascere un album di foto. Per creare un luogo, un archivio per la storia di un amore, o di una nuova vita, o per ricordare per sempre qualcuno che non c'è più, o per mille altre storie da raccontare. Quasi volessimo fare una copia della nostra memoria, non perché non ci si fidi di essa, bensì perché, quando non ci sentiamo, o non siamo capaci, di trovare la pace necessaria a ricordare, possiamo accederci liberamente. Qualche volta abbiamo nodi tali, dentro, da disconnettere tutti i ricordi così, senza di essi, ci sentiamo perduti ma ci basta ricordare una sola cosa: dove abbiamo messo l'album di fotografie che abbiamo fatto con tanta cura. Lì sullo scaffale, o dentro al cassetto, l'album attende che lo consultiamo per rammentarci di noi stessi durante il tempo trascorso; per vedere come siamo cambiati e come possiamo ancora cambiare; per piangere un po' guardando il passato, per i nostalgici; per non smettere mai di ricordare coloro che sono vissuti prima di noi e coloro che, a parte lo spazio che occupano dentro al nostro cuore, rimangono solo come un'immagine.

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